La riscossa assicurativa della Napoli onesta inizia ufficialmente lunedì prossimo, 2 luglio: da quel giorno inizieranno a essere stipulate le polizze a tariffa agevolata per i cittadini "virtuosi", che il Comune "presenta" a una compagnia. In questo caso parliamo della ConTe (la convenzione è stata firmata oggi), una compagnia non grande ma straniera, il che è buon segno perché per una volta all'estero si fidano degli italiani e dei meridionali. In ogni caso, sono in corso trattative anche con una grande compagnia nazionale e si punta a estendere l'ambito territoriale delle convenzioni dalla città all'intera provincia.
Per l'estensione, sarà determinante vedere come andranno le prime esperienze. Se le cose andranno come ci si augura, si sarà finalmente trovato un modo per distinguere i buoni dai cattivi senza alterare il concetto di mutualità (tutti pagano per i sinistri causati solo da alcuni) che non può mai mancare nelle assicurazioni e che, per esempio, impedisce di avere una tariffa unica nazionale per i più virtuosi.
Ma ci sono davvero i presupposti per una buona riuscita dell'operazione? L'interesse della gente è alto: 5mila preadesioni gia arrivate sul sito www.rcanapoli.it, nonostante l'iniziativa sia partita solo da qualche settimana e in sordina. Ma l'interesse della gente non basta: bisogna chiedersi se i requisiti per selezionare i cittadini virtuosi da agevolare sono davvero efficaci e quindi in grado di far giungere all'unico obiettivo che può convincere le compagnie a far diminuire i prezzi: abbattere i costi dei risarcimenti.
I quattro requisiti fissati dal Comune di Napoli sembrano efficaci. Eccoli, con la spiegazione del perché possono funzionare.
1. Essere in regola col pagamento della Tarsu 2010, cioè in piena emergenza-rifiuti. Nonostante l'emergenza, due napoletani su tre hanno pagato lo stesso e gli incroci con i dati assicurativi dicono che questa "maggioranza silenziosa" è anche quella che ha denunciato meno sinistri.
2. Avere la scatola nera, riconosciuta anche a livello nazionale (per ultimo, dal Dl liberalizzazioni) come importante contro le frodi (andando in officina a montarla si fa ispezionare il veicolo e le sue registrazioni consentono di capire se un incidente c'è stato davvero e se si è svolto secondo le modalità dichiarate nella denuncia).
3. Accettare il risarcimento in forma specifica, cioè impegnarsi a far riparare il veicolo in una carrozzeria convenzionata che regola i conti direttamente con la compagnia (si ha la certezza – o quasi – che la riparazione avvenga e che quindi il danno non venga poi strumentalizzato per denunciare un ulteriore sinistro, falso).
4. Rinunciare all'intervento di un avvocato fino alla scadenza del termine entro cui la compagnia deve offrire il risarcimento (a Napoli l'intervento di legali sin dal primo giorno è otto volte superiore alla media nazionale). Ovviamente la cosa non piacerà agli avvocati (così come a tutti i professionisti che operano sui sinistri non sono piaciute le restrizioni che si è tentato di introdurre negli ultimi anni in tutta Italia), ma qualcosa occorre pur fare per uscire da una situazione insostenibile.
Tutto questo stimola il "controllo sociale", nel senso che finalmente stimola tutti a rendersi conto che l'unica soluzione è tagliare i costi e collaborare ciascuno per la sua parte nel raggiungere l'obiettivo. Quindi, anche gli onesti che gonfiano un po' i propri danni per farsi giustizia da sé rispetto alle ingiustizie subite negli anni (rincari tariffari e risarcimenti insufficienti su precedenti sinistri) dovrebbero finalmente cambiare idea.
Speriamo bene!