Io non so se davvero Napoli potrà mai avere tariffe Rc auto "umane". So che la via "dirigista" fatta passare al Senato con un emendamento al Dl liberalizzazioni da Antonio Pontone (obbligo di riconoscere a chiunque sia nella classe bonus malus migliore lo stesso prezzo, a prescindere da dove risiede) rischia il flop: il testo è impreciso. Senza contare che un altro "emendamento Pontone" entrò pure in vigore, nell'autunno 2002, ma fu abolito in poche settimane: compagnie e associazioni di consumatori furono concordi nel dire che stava facendo aumentare le tariffe ovunque, per coprire il "buco napoletano".
Però oggi quel "buco" potrebbe pesare meno. Non solo perché con la crisi un po' tutta Italia sta lentamente scivolando. Ma anche perché a Napoli ci sono segnali di risalita: proprio ieri il Comune ha firmato le prime due convenzioni del progetto "Rc Napoli virtuosa" (Scarica ComunicatoRcaNapoliVirtuosa). In pratica, il Comune "presenta" alle compagnie i cittadini, appunto, virtuosi: in regola con le tasse locali, con un "buon curriculum" di guida e disposti a farsi controllare da una "scatola nera" (clausola pensata l'anno scorso, prima che proprio il Dl liberalizzazioni la "sdoganasse"). In cambio, le compagnie aderenti riconosceranno sconti. Un segno per distinguere, finalmente, la Napoli degli onesti da quella che da decenni porta i costi delle assicurazioni alle stelle.
Quest'ultima non è solo la Napoli della delinquenza, più o meno organizzata. Ve ne accorgete leggendo bene una cosa che sta seminascosta tra le condizioni per applicare le tariffe scontate: in caso d'incidente, il cittadino s'impegna a non far intervenire un avvocato finché non gli arriva l'offerta (tempestiva) da parte della compagnia. Sembra un'ovvietà, ma non lo è: tra gli addetti ai lavori, circolano cifre secondo cui in Italia interventi del genere da parte di legali avvengono in meno del 10% dei casi, mentre in certe zone della Campania si supera il 40%. A conferma di quanto dissi per la prima volta dieci anni fa: la Rc auto, tra le tante cose, è diventata un ammortizzatore sociale per alcune categorie professionali.
Teoricamente, il risarcimento diretto avrebbe dovuto evitarlo: il suo regolamento attuativo vieta di liquidare i compensi di avvocati, salvo, consentendole solo quando si fa causa alla compagnia. Però, come ha scritto due volte "Quattroruote" senza ricevere smentite, queste spese di fatto si riescono a liquidare lo stesso, quando si vuole (cioè quando la compagnia non controlla): basta gonfiare l'importo del danno e il gioco è fatto.
Tutto questo si scarica sulle tariffe. Con l'aggravante che oggi, con la crisi, molti non possono più permettersi di pagarle.