Chi può parte per le vacanze di Natale. Ma, a giudicare da quel che si vede ai distributori, i cinque rincari delle tasse sui carburanti arrivati quest'anno e le altre misure delle varie manovre economiche hanno lasciato il segno: ci sono code non solo nei soliti piazzali delle pompe bianche (dove esistono, la gente sa che si risparmia e ci va "in automatico"), ma anche in quegli impianti che si trovano vicino ad altri e praticano prezzi anche di poco più bassi. Credo non si fosse mai visto: per decenni abbiamo visto distributori convivere anche nello stesso isolato (distorsione dell'efficienza causata dalle licenze rilasciate a pioggia negli anni Sessanta-Settanta o concorrenza perfetta? le idee fra i protagonisti non coincidono e nemmeno gli interessi) che sostanzialmente si spartivano la clientela anche vendendo a prezzi differenti l'uno dall'altro (grazie alla poca attenzione dei clienti in tempi normali e alle campagne-fedeltà dei petrolieri, condotte a suon di bollini e premi).
Dunque, nelle ristrettezze della crisi, acquistano più importanza del solito le campagne basate sugli sconti, che infatti le compagnie petrolifere stanno portando avanti. E merita qualche riflessione quella dell'Eni sui rifornimenti self service in orari di chiusura. Perché parliamo del principale marchio nazionale perchè traspare una certa attenzione a precisare le condizioni dello sconto (come giustamente impone l'Antitrust), ma qualcosa da chiarire credo che resti.
Premesso che è meritorio porsi il problema di sgravare chi fa rifornimento di notte o all'ora di pranzo dall'aggravio di prezzo consueto in queste circostanze, va detto che lo sconto reale può non essere quello pubblicizzato. Tutto ruota attorno al fatto che la realtà non è omogenea da distributore a distributore. Quindi i messaggi e le precisazioni della pubblicità possono non bastare.
Lo si vede bene nelle due righe di spiegazione su come potrebbe variare lo sconto rispetto ai 10 centesimi al litro pubblicizzati con caratteri grandi: si fa una differenza tra gli impianti completamente self e gli altri (misti self/servito o solo servito), ma in realtà non è facile per il cliente capire dov'è capitato, perché ci sono anche impianti dove la cartellonistica indica tutto self ma poi vi si presenta comunque un gentile addetto che provvede lui a rifornirvi. Senza contare che, come puntualizza la pubblicità stessa, la campagna vale solo negli impianti che aderiscono (e quali sono?). Insomma, è difficile controllare se gli sconti promessi ci sono davvero.
Inoltre, nel testo pubblicitario si cita anche la comodità di pagare con Pagobancomat senza commissioni. Al netto della sfortunata coincidenza della protesta annunciata proprio oggi da due sindacati dei gestori (Figisc e Anisa) che sono intenzionati a rifiutare i pagamenti con carta di credito in quanto le banche continuerebbero a guadagnarci le commissioni (a spese degli stessi gestori), il Pagobancomat (che effettivamente di commissioni non ne ha) non è frequentemente utilizzabile in un distributore nell'orario di chiusura: alzi la mano chi ci riesce sempre, evitando di inserire le solite, scomode banconote che spesso vanno "stirate" e di fatto impediscono di fare il pieno.