Sapete quanti sono stati sinora i richiami di veicoli difettosi in Italia? Sfioriamo i duemila: 1.944, per la precisione, a partire da quando (11 anni fa) un mio articolo-kamikaze contribuì a far mettere in piedi un albo ufficiale. E da fine agosto i nuovi richiami sono stati quasi cento (tutte le cifre sono state calcolate da SicurAUTO, che sta lanciando un servizio per consultare la banca dati dei richiami e le relative statistiche col proprio cellulare Scarica ComunicatoStampaOsservatorioRichiami , Visualizza questa foto , Visualizza questa foto). Non che questo sia un gran motivo di soddisfazione: aldilà dei numeri, resta il fatto che in Europa i richiami restano di fatto una graziosa concessione dei costruttori (dovuta alla paura di fare figuracce su modelli cui tengono o di essere condannati penalmente per incidenti gravi). Il ruolo delle autorità tecniche nazionali è quasi cosmetico, contrariamente a quanto accade negli Usa.
In ogni caso, non si può dire se una mole di circa duemila richiami in 11 anni sia tanto o poco: occorrerebbe andare a vedere tra le pieghe per scoprire se si riferiscono a difetti gravi o lievi, se sono stati decidi tutte le volte in cui era davvero necessario per la sicurezza o no (io credo di no).
Qualcuno potrebbe farsi impressionare dal numero assoluto, per concludere che la qualità delle auto è troppo bassa e che non c'è da fidarsi per nulla. E invece no: per quanto sia convinto che i costruttori possono fare meglio, dico che tanti richiami sono anche il frutto dell'esistenza di sistemi di controllo della qualità. E questo è fondamentale. Perché progettare e assemblare un veicolo con zero difetti è umanamente impossibile, quindi è bene poter contare su un sistema che i difetti li rileva e li elimina al più presto possibile.