Di qui a fine anno, di lei si parlerà molto. E, prevedo, bene. Ma la nuova Panda, su cui poggia buona parte delle speranze di vendita Fiat nel 2012 (è uno dei pochi modelli davvero nuovi che le finanze del gruppo possono permettersi di mandare nelle concessionarie a breve), parte male dal punto di vista della sicurezza: nel crash-test Euroncap appena reso noto (Scarica ACI-EuroNCAP — 23nov2011) ha ottenuto solo quattro stelle, contro uno standard ormai normale di cinque (che infatti è stato raggiunto dalla sua diretta concorrente Volkswagen, la up!. Colpa non solo dell'ormai inammissibile assenza dell'Esp (controllo elettronico della stabilità, noto anche come Esc, che sarà disponibile solo nel corso del 2012), ma anche perché la vera e propria prova d'urto non è andata tanto bene quanto era lecito attendersi. Ma la nuova Panda ha anche un grosso punto di forza: sarà la prima italiana in assoluto a montare – anche se come optional salvo offerte speciali - il sistema anticollisione in città (certo, c'è anche sulla Thema, ma quella è un'ammiraglia ed è di fatto una Chrysler, quindi oggi la Panda ci autorizza a pensare che il sistema sarà esteso a tutta la gamma del gruppo, anche di produzione nazionale).
D'altra parte, anche un'altra vettura molto attesa non è andata bene: l'elettrica Renault Fluence ZE. Mentre, per la prima volta hanno ben impressionato i cinesi.
La berlina francese ha sofferto di un'insufficiente pressione di gonfiaggio dell'airbag guidatore e non ha nemmeno protetto bene le gambe di quest'ultimo. Né c'era l'airbag per le ginocchia, che in casi del genere può essere utile per tappare le falle. Si è andati al risparmio, dato che il prezzo di partenza delle auto elettriche è ancora tale da spaventare anchei clienti più ecologisti? Poco esaltante anche l'efficacia degli appoggiatesta anteriori in caso di tamponamento. Nessun problema, invece, dalla parte elettrica, che nell'urto non ha innescato alcun principio d'incendio (ma questo ormai per le elettriche è ormai un risultato standard).
Quanto ai cinesi, all'Euroncap sono rimasti favorevolmente sorpresi da MG6 e Geely Emgrand EC7, due berline con qualche timida ambizione europea. Intendiamoci: niente di che, visto che non sono andate oltre le quattro stelle. Ma finora la produzione cinese arrivata da noi era andata molto peggio, quindi soprattutto è questione di aspettative. Se poi pensate al fatto che la Geely due anni fa ha comprato la Volvo e che la Great Wall sta per iniziare la produzione in Bulgaria, capite che tra non molto potremmo vedere un'ascesa cinese simile a quella fatta dai coreani negli ultimi cinque anni. I costruttori generalisti europei sono avvisati. Soprattutto la Fiat, tra i pochi a non aver ancora messo a regime una solida testa di ponte in Cina (il cui mercato in espansione è usato dagli altri per compensare le perdite europee).