Ma qualcuno pensa ancora che messaggi del tipo "guidate con prudenza" possano servire? Evidentemente sì. Sta in Sicilia e speriamo abbia speso poco per realizzarli. La vicenda, comunque, è utile perché conferma l'approccio "oratoriale" alla questione che spesso in italia ancora si ha.
Per fortuna, si vedono anche campagne più raffinate anche quando non si va sul cruento ma si mira direttamente a sollecitare il rispetto delle regole, che è l'obiettivo più a rischio di scadere in paternali come quella che abbiamo appena visto. L'ultimo esempio di campagna molto studiata su questo aspetto è quella che la Fondazione Ania ha portato avanti per tutta l'estate: una lista di cose che l'invalido deve fare ogni volta che deve fare anche una cosa banale come andare a letto, altrimenti dovrà restare in piedi. Insomma, vere e proprie regole di vita stringenti. A pensarci, viene naturale concludere che le regole della strada si possono eludere, ma poi si può finire proprio a vivere da disabili, costretti a rispettare quelle altre regole. Un'angolazione dalla quale forse nessuno ci aveva portato a guardare e interessante proprio per questo.
Nei test su un campione di persone fatti dalla Fondazione Ania in fase di preparazione della campagna, pare abbia funzionato. Resta comunque un dubbio: e se, dopo aver riflettuto grazie alla forza del messaggio, subentra il solito pensiero del "tanto a me non può capitare"? In effetti, la campagna non pare battere tanto su questo aspetto, che pure è importante.