Morire per l’autovelox. O per la distrazione?

Giornalisticamente parlando, la vicenda è troppo ghiotta per non "strillarla". E così oggi il Tg1 ha abbandonato la prudenza che tradizionalmente lo contraddistingue per dare evidenza alla storia dei due motociclisti amici morti in Veneto a causa – pare – della brusca frenata del primo in corrispondenza di un autovelox. Ne sarebbe seguito un tamponamento tra i due ed entrambi sono finiti contro un albero. Dopo il servizio con la pura cronaca dei fatti (compresa la testimonianza di un terzo amico che era dietro e affermava che i due andavano piano), per mettere l'autovelox sulla graticola è stato fatto un giro di opinioni tra romani che di recente si sono visti spuntare postazioni di controllo su alcuni vialoni. La tesi prevalente è che le frenate vicino all'autovelox sono pericolose. Ma sarà proprio così?


Nessuno si è preso la briga di ricordare che, proprio per evitare le frenate brusche (oltre che per impedire ai Comuni di fare solo cassa con le multe per eccesso di velocità), ormai da quattro anni l'Italia si è data una regola unica al mondo: l'obbligo non solo di presegnalare, ma anche di rendere visibili i rilevatori. Nel caso dell'incidente dei motociclisti e dei vialoni romani, pare proprio sotto questo profilo sia tutto a posto: addirittura, i box destinati a ospitare gli apparecchi sono "di ultima generazione", cioè dipinti con colori vivaci per attirare l'attenzione. Ciò potrebbe quindi portare a pensare che più che l'autovelox influisca la distrazione.

Ma la questione è ancora più complicata. Perché dietro la regoletta semplice dell'obbligo di presegnalazione e visibilità si celano tante prassi diverse, che effettivamente rendono ancora una lotteria ciò che accade in corrispondenza di segnali e postazioni. Innanzitutto perché segnali ce n'erano già da vent'anni prima dell'obbligo e la gente in tutto questo tempo ha imparato che solo raramente a uno di essi segue davvero il controllo (fondamentalmente perché non c'è una postazione automatica, quindi si rischia la multa solo nelle rare volte in cui c'è una pattuglia) e poco è cambiato da quando è entrato in vigore l'obbligo in questione. Quindi l'effetto deterrente della presegnalazione è limitato. Tanto che alcuni Comuni che hanno installato postazioni di recente le hanno fatte precedere da segnali più grandi, spesso ripetuti quasi ossessivamente e "minacciosi" dal punto di vista della grafica, come a dire "guardate che stavolta è tutto vero". Tutto molto, molto italiano. Col risultato che, di fronte a un segnale di "controllo elettronico della velocità", ci sono il timorato che rallenta sempre e comunque, il pirata che se ne infischia sempre e comunque e una serie di personaggi intermedi (spesso utenti abituali), che possono frenare o no secondo i casi. Insomma, una variabilità di comportamenti che effettivamente può portare all'incidente. Inutile dire che non sono noti studi seri sull'argomento fatti sul campo.

Non solo. Nei centri abitati c'è un'ulteriore complicazione: salvo che nei viali classificati "di scorrimento", i controlli automatici della velocità sono vietati. Le postazioni fisse che s'incontrano, quindi, o sono fuorilegge o sono vuote oppure vengono attivate esclusivamente quando c'è un vigile presente. Ovviamente tra i guidatori c'è chi conosce questo inghippo e chi no. Quindi, ulteriore variabilità di comportamenti.

Tutto questo per dirvi che questi sono fenomeni complessi. Impossibile liquidarli in un tg con due servizi "cotto e mangiato".

  • Matteo Rocchi |

    Prorpio qualche mese fa a Milano ho avvistato uan postazione mobile allo sbocco di un sottopasso interrato su viale Scarampo entrando in citta’… A prescindere dal fatto che si stiano superado i limiti, chiunque arrivasse in cima alla rampa INCHIODAVA ceusando pericolo… Ho segnalato la cosa ai vigili urbani e per tutta risposta ho ricevuto una sgradevolissima risposta del comandante che in tono saccente si aggrappava alla legittimita’ dei controlli sempre e comunque e al fatto che i cittadini si lamentano in ogni caso, non prendendo neanche in considerazione l’idea di modificare la posizione della pattuglia. Soltanto perche’ li’ era ovviamente nascosta mentre 100 metri prima avrebbe solamente fatto da deterrente essendo visibile da km di distanza. Io pero’ ho rischiato 2 volte il tamponamento perche’ il comune deve fare cassa, e questo e’ una vergogna.
    [risponde Maurizio Caprino] Non lo si può escludere, certo. Però bisognerebbe anche vedere se è fisicamente e tecnicamente possibile appostarsi 100 metri prima: a volte al cittadino questi dettagli sfuggono ed è bene ricordarlo, a prescindere dal caso singolo.

  • giancar |

    e anche questa volta assistiamo a qualche commento pieno di demagogia.
    L’autovelox è pericoloso, è inutile è dannoso, serve per fare cassa ecc. ecc.
    Sul fatto di specie non v’è chi non ha visto (servizio televisivo).
    Il velox era ospitato in una colonnina fissa, colorata e visibile da grande distanza. L’incidente può essere avvenuto per cento motivi diversi anche se il più plausibile è la disattenzione, la causa che insieme alla velocità e la guida in stato di ebbrezza è tra le prime cause di sinistro stradale oggi in Italia.
    Un discorso a parte vale per il velox mobile.
    Una cordata guidata dai comitati dei contravventori sostenuta da alcuni politici (che si volevano fare pubblicità) si è data da fare anni fa in modo che fosse stabilito (come poi è stato stabilito, sigh !) che il velox doveva essere segnalato e ben visibile, perchè, tra l’altro è più “leale” e meno pericoloso !
    Nulla di più incredibile, sciocchezza più grande non ci può essere.
    Ora, l’automobilista che transita nella zona, se è attento e abbastanza rispettoso dei limiti rallenta progressivamente, per poi riaccelerare e ritornare alla velocità di prima.
    L’automobilista indisciplinato (il famoso pilota di formula uno) arriva vicino alla postazione come un razzo, si accorge all’ultimo minuto del velox (anche se è perfettamente visibile) freana all’improvviso rischiando di essere tamponato o di sbandare e finire fuori strada.
    Io che sono un perfetto sconosciuto, ma che dibatto da anni sui forum in materia, ho sempre sostenuto che la postazione mobile deve essere ben segnalata con pannello mobile (ovvero messo solo al momento in cui il velox c’è) ma poi l’apparecchio deve essere ben nascosto in modo da costringere chi arriva sul tratto di strada pericoloso a rallentare per tutti i quattro chilometri dove può essere messo il velox che non si vede.
    Solo in questo modo si eviterebbero incidenti, il tratto di strada pericolo verrebbe messo in sicurezza e i furbi non potrebbero più fare i furbi.

  • No name |

    L’errore è nel viaggiare così ravvicinati. Si è trattato di un autovelox, ma poteva essere un grippaggio del motore, un cane vagante, lo scoppio di un pneumatico.
    Il giorno che i guidatori di auto e moto (taccio per carità di patria dei camionisti) capiranno che viaggiare “sotto” a chi li precede vuol dire rischiare inutilmente la propria vita sarà sempre troppo tardi.
    È una pessima abitudine tutta italiana che, tra l’altro, terrorizza gli stranieri specie quelli d’Oltreatlantico. Ho conoscenze Usa, pure proprietari di bolidi made in Germany, che panicano quando entro in autostrada in Italia e cominciano a materializzarsi certi incalzatori. In un paio di casi mi hanno chiesto esplicitamente di rallentare cambiando corsia perché non sopportavano l’idea di essere seguiti così dappresso. Uno addirittura mi ha detto: “a Los Angeles avrei già chiamato il 911 se quel tipo col furgone mi stesse così vicino…”

  • GoldWing98 |

    @ flori2. Sono d’accordo: l’eccesso di velocità (e altre infrazioni) dovrebbe essere contestato immediatamente, altro che multa a casa per cui basta pagare (se paghi). Ma questo è un discorso vecchio e, fino a che le amministrazioni penseranno solo a fare cassa e non prevenzione…

  • flori2 |

    Invece va fatto come in Austria con autovelox, autocivetta, telelaser, polstrada che ti ferma all’istante che abbondano! L’automobilista medio deve prendere paura dalla multa certa. La coscienza è andata a farsi friggere.

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