Ogni giorno qualcuno deve rifare gli esami, ma la patente a punti non c’entra

Parliamo e straparliamo di massimi sistemi come la patente a punti, ma poi ci sfuggono dettagli che potrebbero essere più importanti. La cosa mi è tornata in mente ora che il Comune di Foggia ha fornito i risultati dell'attività della Polizia municipale nei primi otto mesi dell'anno (Scarica Foggia – incidenti e sanzioni): tra le varie cifre, c'è quella sulle 152 persone segnalate alla Motorizzazione per essere sottoposte a revisione della patente dopo aver provocato un incidente. Un dato che sembra stare lì in un cantuccio tra le righe e che invece dice molto: significa che in media due giorni su tre, in una città che non è certo una metropoli, c'è una persona che deve rifare gli esami esattamente come accade quando si azzerano i punti della patente.


Non è possibile fare un confronto diretto con quante altre persone nella stessa città e nello stesso periodo hanno rifatto gli esami per aver perso tutti i punti: i tempi delle procedure di decurtazione sono tali che solo tra un anno gli archivi della Motorizzazione potranno dirci qualcosa di significativo. E le revisioni patente disposte a Foggia in questi mesi per azzeramento della dote si riferiscono a fatti degli anni scorsi, senza contare che si tratta di dati provinciali (di una provincia vasta, per giunta) e non limitati alla sola città capoluogo come quelli resi noti oggi. Ma, rovistando in archivio, ho trovato un confronto molto interessante: in otto anni di patente a punti, in tutta la provincia di Foggia hanno fatto corsi di recupero appena 1.758 persone. Segno che il numero di guidatori che ha perso punti in modo tale da preoccuparsi di dover rifare gli esami per azzeramento punti è dello stesso ordine di grandezza quello di chi gli esami si è trovato a doverli rifare all'improvviso per aver causato un incidente.

Questo riporta all'attenzione il ragionamento che scrissi su "Quattroruote" nel 1999, quando il centrosinistra propose la patente a punti (poi arrivata in porto durante il ministero Lunardi, Forza Italia): gli strumenti per portare la gente a rifare gli esami ci sono già (considerate che la revisione della patente può essere disposta non solo in caso d'incidente, ma in qualsiasi occasione faccia venire dubbi sulla reale capacità di guidare), basta applicarli e avvisare la gente. Senza costruire un nuovo meccanismo burocratico che sottrae energie e causa contenziosi, come quello della patente a punti. Che potrebbe valere solo se si punissero con adeguata frequenza tutte le infrazioni, comprese quelle "minori" (come il mancato uso della freccia) che ormai si fa finta di non vedere. Solo così le decurtazioni sarebbero tanto frequenti da far temere di dover rifare gli esami.