Quattro bambini sbalzati in una settimana: dov’erano i seggiolini? Se lo chiede anche Autostrade

Quattro bambini sbalzati in una settimana: dov’erano i seggiolini? Se lo chiede anche Autostrade

Bravi, stavolta! Ad Autostrade per l’Italia hanno finalmente capito che bisogna battere con durezza e convinzione. Così, dopo una settimana difficile su questo fronte, l’altro ieri hanno usato i pannelli a messaggio variuabile per spiegare che alla base dei quattro sbalzamenti di bambini registrati negli ultimi giorni c’è il fatto che il seggiolino non c’era, non era adeguato o non era usato correttamente.
Ora si spera che la campagna prosegua con gli stessi toni (invece del solito paternalistico “Proteggi i tuoi bambini con cinture e seggiolino”)e con la stessa costanza usata su altri fronti (come quello del Tutor).

  • Domenico |

    http://youtu.be/6MBVYJEUpCg
    B.g. Sig. Caprino, mi sono permesso di inserire il link di cui sopra.
    Chi vuole può trovare questo ed altro in rete.
    Le posso assicurare, anche perchè il mio precedente lavoro mi ha permesso di farlo, che vedere dal vivo i crash test fa rabbrividire.
    Ovviamente gli effetti sulle persone sono inimmaginabili.
    Ciononostante ‘secca’ attaccare le cinture posteriori, poi se ci sono bimbi CHE PROTESTANO O PIANGONO, è più facile farsi prendere dal ‘lasciamo perdere’.
    Poi ci sono casi in cui effettivamente è artificioso attaccare le cinture, ad esempio:
    Due rialzini laterali post + un seggiolono ‘0’ ‘1’ centrale (provare per credere).
    E’ questione di CULTURA.
    Falbo Domenico

  • Giovanni |

    Ma basta guardarsi un po’ in giro per vedere delle scene incredibili. Auto con Mamma e Papà beatamente assicurati con cinture e protetti da numerosi airbag… ed i bimbi in piedi in mezzo ai sedili pronti ad essere catapultati fuori in caso di frenata, anche lieve.
    Lasciamo perdere le qualunquistiche considerazioni in merito al “senso di responsabilità ed il livello culturale che ci contraddistingue”, ma fare come fu fatto con le cinture, cioè massivamente bloccare le auto senza pietà, potrebbe cercare di ridurre il fenomeno. Basta farsi un giro in un qualsiasi Stato europeo per vedere l’abisso che ci divide in termini di cultura automobilistica.

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