Stavolta è andata bene: sono bastati cinque minuti per riuscire a bloccare un pericolo pubblico segnalato stamattina mentre in Porsche seminava spavento sull'Aurelia (i particolari potete leggerli sotto nel comunicato ufficiale). Per ironia della sorte, tutto è successo non lontano da dove quasi una settimana fa non
è bastato un tempo almeno più che doppio per bloccare l'Audi che andando contromano in autostrada ha ucciso quattro ragazzi francesi (si veda il post precedente). Questione di fortuna? In buona parte. Ma c'è qualche riflessione da fare.
La fortuna sta nel fatto che il tratto ligure dell'Aurelia in estate è molto trafficato e, di conseguenza, vigilato. Non solo: ulteriore fortuna ha voluto che molte telefonate di allarme sono giunte al 113 e alla Stradale ed evidentemente proprio quest'ultima ad avere una pattuglia nelle vicinanze.
Proprio da questo partono le riflessioni. Innanzitutto, si possono fare tutte le critiche del mondo alla scarsa voglia delle forze dell'ordine di intervenire per punire infrazioni, ma quando c'è un pericolo tutti si muovono. Anche rischiando concretamente la vita. Io nel loro ambiente ci vivo abbastanza e non ho mai saputo di agenti che si sono tirati indietro in circostanze del genere. Ricordiamocene sempre prima di dare giudizi.
La seconda riflessione riguarda il coordinamento tra i vari corpi di polizia. Quando la fortuna non assiste e si chiama il numero di emergenza di uno di loro che non ha pattuglie vicine, cinque minuti possono non bastare nemmeno per deviare la telefonata al centralino del corpo più vicino. Mi è capitato di persona due anni fa e peraltro è noto che in Italia la questione del numero unico per le emergenze (come vuole la Ue) non è stata semplice da affrontare. In autostrada, si aggiunge il fatto che le tecnologie di monitoraggio delle anomalie pericolose sono sfruttate pochissimo rispetto alle loro potenzialità (si veda anche il post precedente).
Il comunicato della Polizia stradale
Le numerose segnalazioni giunte al 113 e al Distaccamento della Polizia Stradale di Albenga hanno permesso di procedere all’intercettazione di Giovanni Candeloro, conducente della Porsche 911 Turbo Cabrio che con quattro persone a bordo, stava percorrendo il tratto di via Aurelia tra Alassio ed Albenga, ricco di curve in successione e con pochi tratti a visuale libera, compiendo frequenti cambi di corsia e rientri dopo manovre di sorpasso vietate dalla segnaletica, ad elevata velocità, creando pericolo per la sicurezza della circolazione.
In particolare, gli automobilisti a partire dalle 7.20 avevano iniziato a segnalare concordi il procedere dell’ autovettura Porsche bianca.
La Porsche veniva intercettata e definitivamente fermata da una pattuglia della Polizia Stradale di Albenga dopo un brevissimo arco di tempo, alle 7.25.
Giovanni Candeloro presentava evidenti sintomi riconducibili alla assunzione di alcol e si rifiutava, anche presso il Distaccamento, di sottoporsi agli accertamenti con l’etilometro a bordo di ogni autovettura della Polizia Stradale.
Per questo veniva denunciato, per guida in stato di ebbrezza e rifiuto dell’accertamento dello stato di ebbrezza.
L’autovettura veniva sottoposta a sequestro, finalizzato alla confisca, come previsto dall’art. 186 del Codice della Strada che parifica il rifiuto di essere sottoposti all’accertamento del tasso alcoolemico all’ipotesi più grave, ovvero la guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 gr per litro di sangue.
I passeggeri, nonostante l’ora, positivi al test effettuato con precursori e come tali inidonei a guidare l’autovettura divenendo così passeggeri del carro attrezzi incaricato del recupero e custodia della granturismo.
Particolare di rilevante gravità è costituito infine dalla recidiva dimostrata dal conducente, che già nel 2007 aveva subito il ritiro della patente per essere stato sorpreso a guidare in stato di ebbrezza dalla Stradale di Imperia.