Ci sono tasse e tasse. Le prime sono quelle che si vedono, di cui si discute tanto: in questi giorni in cui occorre rastrellare soldi per far fronte alla crisi finanziaria oppure in campagna elettorale quando qualcuno sbandiera di volerle abolire. E poi ci sono le tasse che non si vedono: tributi a tutti gli effetti, ma che la gente nemmeno si accorge di pagare perché sono incorporate in altri esborsi. Non mi riferisco tanto a quelle sui combustibili o all'Iva (più o meno tutti si rendono conto del loro peso), quanto a quelle sulle pratiche burocratiche. Il caso classico è quello dei passaggi di proprietà e delle perdite di possesso.
Lo spunto viene da un post al vetriolo scritto da Pino Bruno, collega della Rai titolare di un bel blog.
In sostanza, Pino lamenta di aver pagato tanto per una pratica dal sapore medievale: la perdita di possesso in caso di furto, che in fondo potrebbe essere annotata in automatico. Basterebbe che l'ufficio di polizia trasmettesse al Pra la denuncia. Come fa lo stesso ufficio con la Motorizzazione per avviare la ristampa delle patenti rubate o smarrite. O come – più o meno – fanno i demolitori quando la perdita di possesso avviene per rottamazione.
Semplice, no? Si può obiettare che la perdita di possesso è un atto a discrezione dell'interessato. Per esempio, chi confida di ritrovare il veicolo fa bene a rinviarla finché non si mette l'anima in pace: se la facesse annotare subito, rischierebbe di dover poi registrare il successivo ritrovamento, perdendo altri soldi e tempo. Ma si può trovare un compromesso: trasmettere la pratica in automatico al Pra, che poi annota la perdita di possesso dopo un tot di giorni se dall'interessato non arriva uno stop. In ogni caso, è bene snellire un adempimento che molti per il suo peso giudicano inutile (e invece è necessario, per capire quali veicoli sono in circolazione e quindi soggetti a bollo, coinvolgimento in sinistri e infrazioni e altro).
Quanto all'aspetto dei costi, Pino Bruno lamenta di aver pagato 51 euro. Oggettivamente troppi, in rapporto alla banalità dell'operazione. Che in effetti costa appena sette euro: questo incassa il Pra come compenso. I conti tornano solo se si ricorda che operazioni così banali sono in realtà occasione per tassare i cittadini, con quei tributi di cui appunto nessuno si accorge. In questo caso, parliamo dell'imposta di bollo. In caso di immatricolazioni e passaggi di proprietà, dobbiamo aggiungere pure la famigerata Ipt (quella che va alle Province che molti vorrebbero abolire e io sono d'accordo purché non ci si illuda di risparmiare chissà quanto, visto che significherebbe far fuori solo assessori e consiglieri, mentre le funzioni – come la gestione delle strade – e il relativo personale devono restare, sia pure in capo a un altro ente).
Tasse di questo tipo sono troppo "perfette" perché un politico possa farsi venire in mente di abolirle: tolgono molto meno consenso rispetto a quelle che si vedono, perché pochi si accorgono del loro peso. Sia perché sono "annegate" in un conto unico che viene presentato al cittadino sia perché vanno pagate solo all'occorrenza (non capita tutti i giorni di annotare una perdita di possesso o di fare un passaggio di proprietà). Insomma, non fanno mai imbestialire tante gente tutta assieme, quindi non fanno cadere i governi o perdere le elezioni né tantomeno scatenano disordini di piazza.
Senza contare che tasse del genere sono anche inappuntabili dal punto di vista della teoria accademica, in un Paese come l'Italia: come insegna la scienza delle finanze, quando la propensione a evadere è alta come da noi, occorre spostare il più possibile la pressione fiscale su tributi inevadibili. E tutti quelli legati a una pratica lo sono: se non vuoi pagarli, devi rinunciare a espletare la pratica. E nella realtà si rinuncia non di rado, soprattutto da quando in molte regioni la perdita di possesso non è più necessaria per liberarsi dal bollo auto sul veicolo rubato o demolito.
Quindi, caro Pino, rassegnati. Al massimo, possiamo pretendere un servizio più in linea con le tecnologie tanto esibite dal ministro Brunetta.