Venerdì scorso, senza troppi clamori, sono arrivati gli ultimi dati (2010) sulle truffe alle assicurazioni (Scarica Lettera circolare criminalita 2010). Apparentemente, niente di che: più o meno siamo sugli stessi livelli del 2009 e il problema è sempre concentrato soprattutto in Campania e Puglia. E, anche se ci fossero stati grossi scostamenti, in realtà non avremmo saputo come commentarli: i dati si riferiscono a tutti quei casi in cui i liquidatori delle compagnie sospettano ci sia dietro una truffa, per cui sono completamente rimessi al loro fiuto, alle direttive che questi operatori ricevono dalle stesse compagnie e ad altre variabili poco controllabili. Tanto che nell'ambiente qualcuno sottovoce fa notare che appare poco credibile una stabilità del fenomeno in un periodo in cui invece l'allarme che suscita è alto.
D'altra parte, non sarebbe la prima volta che una cosa del genere accade: nel 2008 c'era stato un calo delle truffe censite, ma sentendo tutte le categorie interessate mi sentii rispondere che in realtà la situazione era peggiorata. Tanto peggiorata che i liquidatori stavano anche perdendo l'abitudine di contare i casi sospetti, cosa che spiegava l'apparente miglioramento.
Faremmo già un bel passo avanti se i dati distinguessero i semplici casi sospetti da quelli denunciati all'autorità giudiziaria: se non altro sapremmo se le compagnie hanno più o meno coraggio (non dimentichiamo che una denuncia espone i liquidatori e le loro famiglie anche a pesanti ritorsioni, in certe zone in cui la criminalità detta legge). O se hanno più o meno fiducia nella giustizia, visto che il rischio vero (e verificato con l'esperienza) è che le accuse vadano in prescrizione (non penserete mica che le riforme della giustizia si fanno per far funzionare i processi comuni come questi).
Un buon indice potremmo invece ottenerlo dalle limitate esperienze di alcune città, in prima fila Roma: hanno montato telecamere sui bus urbani per ricostruire gli incidenti in cui sono coinvolti. Nella capitale, la sperimentazione durerà tre mesi. Staremo a vedere: non è un mistero che i bus sono tra i bersagli preferiti di chi vuol truffare le assicurazioni, anche perché la compiacenza del personale delle aziende di trasporto pubblico non manca. Lo hanno dimostrato precedenti indagini.