Quei vacanzieri in retromarcia sulla tangenziale e i segnali turistici che portano nel nulla

Se scegliete il Salento per le vostre vacanze, attenzione sulla tangenziale di Lecce: potreste trovarvi altri turisti in retromarcia. Accade sulla carreggiata interna (percorsa soprattutto da chi proviene dalla costa jonica), tra gli svincoli per Trepuzzi e quello di Borgo San Nicola. In mezzo, ce n'è un altro, il più importante di tutti perché è quello che con la prima rampa immette sulla principale via di accesso in città e con la seconda porta sulla superstrada per Brindisi, l'arteria che di fatto collega il Salento al resto d'Italia. Nonostante la nevralgicità di quest'ultima rampa, l'indicazione "Brindisi" la trovate solo sulla cuspide, cioè quando ormai è tardi per imboccarla. Di qui le retromarce.

Rischi d'incidenti a parte, immagino i rimbrotti di tante mogli ai rispettivi mariti, "rei" di guidare distrattamente o di vederci poco. E invece basterebbe che chi ha messo i segnali lo avesse fatto seguendo le regole.


Le regole di base della segnaletica vogliono che ci sia un congruo preavviso prima di uno svincolo, tanto più se così importante. Il preavviso andrebbe seguito da un portale che sovrasta tutta la carreggiata e indica Brindisi sulla destra. Invece qui l'unico preavviso riporta tante località (tra cui Brindisi "annega") e non è chiaro a quale delle rampe si riferisca. Del portale, poi, non c'è nemmeno l'ombra.

Non finisce qui. Imboccata la superstrada per Brindisi (SS 613), più o meno a metà strada (chilometro 18, se non ricordo male), non cadete nella trappola del segnale che vi promette indicazioni turistiche: se vi fermate 500 metri dopo (come da indicazione del segnale), trovate solo una piazzola di sosta dove campeggia un enorme pannello che vi elenca le principali bellezze da visitare nella provincia. Roba da scuola elementare, ma il punto è un altro: ci sgoliamo a dire alla gente che fermarsi in piazzola è pericoloso e poi la incentiviamo a farlo con tanto di segnaletica. Un assurdo dovuto al fatto che evidentemente sono girati soldi Ue gestiti dalla Regione per uno dei tanti programmi d'incentivazione al turismo e chi ha progettato il programma forse non ha nemmeno la patente di guida. E c'è da augurarsi che quella segnaletica sia stata installata abusivamente, perché se si scoprisse che c'è pure un'autorizzazione dell'ente proprietario (Anas) la cosa diventerebbe imbarazzante. Anche perché ripetuta in un posto ben più pericoloso: il tratto più trafficato della tangenziale di Bari, caratterizzato da una serie di svincoli a poche centinaia di metri l'uno dall'altro.

  • andrea105 |

    spero mi consenta un OT
    ho letto il Sua articolo a pag 8 del Sole 24 ore di oggi 31 luglio, secondo cui per il posizionamento dell’autovelox non c’è più una distanza minima dal cartello del preavviso(mentre occorre 1 km dal cartello con il limite di velocità);
    quale può considerarsi la distanza “adeguata”?
    grazie!
    [risponde Maurizio Caprino] In realtà, data l’esiguità degli spazi su carta, ho dovuto fare una sintesi: la direttiva, oltre a dire che che non c’è una distanza minima, “suggerisce” che il concetto di adeguatezza può essere verificato in base alle distanze di avvistamento dei segnali previste dal Regolamento e quindi ricadiamo nei soliti numeri noti (80 metri, che salgono a 150 sulle strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento e a 250 su autostrade e strade extraurbane principali), che però – prosegue la direttiva – non sono vincolanti perché possono presentarsi comunque particolari esigenze caso per caso, legate allo stato dei luoghi. Quindi, in sostanza, si conferma che viene abolita la distanza minima di 400 metri stabilita in sede di prima applicazione della norma con la circolare di inizio agosto 2007 e già superata 15 giorni dopo col decreto ministeriale attuativo, che non faceva riferimento a un limite minimo rigidamente predefinito.

  • Paoblog |

    … e non dimentichiamoci di quelli che sbagliano sistematicamente casello e fanno retromarcia e/o attraversano le corsie, spesso senza neanche riflettere sulla pericolosissima manovra (nonchè vietata) che stanno facendo…

  • fulvio figliomeni |

    E’ un vero peccato!
    Il Salento è una delle terre più belle d’Italia e incentivare il turismo farebbe a un gran favore all’economia locale

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