Sono ormai passati quattro giorni lavorativi e ancora non sappiamo se la Chevrolet ammette ufficialmente il difetto all'Abs di alcune Matiz, che ha scoperto SicurAUTO e di cui abbiamo parlato venerdì sera a Mi Manda Raitre. In trasmissione, l'azienda non si è presentata, consegnando "agli atti" un comunicato in cui da un lato addebita i guasti lamentati dai clienti a imprecisate carenze di manutenzione, dall'altro si rende genericamente disponibile a contribuire alle spese di riparazione con la formula della "correntezza commerciale" (che si può riassumere con un "non hai diritto a nulla, ma siccome sei tu ti concedo qualcosa"). Tutto sbagliato.
Se proprio fosse vero che tutti e 32 gli episodi sospetti che risultavano fino a venerdì erano dovuti a proprietari incoscienti che non curano i freni, innanzitutto occorrerebbe spiegarlo con precisione e poi non si vedrebbe come mai favorire questi pirati della strada pagandogli anche una parte delle spese. Se invece l'applicazione della correntezza commerciale si rivelasse alla fine un'ammissione di colpa, la Chevrolet non potrebbe assolutamente chiudere la partita in questo modo: troppo comodo, perché qui c'è un problema di sicurezza, che va risolto con un richiamo e i richiami sono per legge (articolo 107 del Codice del consumo, che ha recepito la normativa europea) a spese del costruttore. Dunque, il comunicato Chevrolet sembra più un esercizio di equilibrismo, magari il frutto di un compromesso tra la posizione di qualche legale che consiglia di "tenere duro" e qualcuno che si occupa dell'immagine e che ovviamente si preoccupa di non rovinare la reputazione aziendale.
Non è improbabile che sull'atteggiamento della Chevrolet pesino anche considerazioni economiche: stiamo parlando di un'utilitaria da sempre economicissima (quindi su cui il costruttore guadagna solo perché ne vende tante, avendo su ogni esemplare un margine basso), ormai fuori produzione (quindi non c'è la preoccupazione di tutelare l'immagine del modello) che richiederebbe un risanamento costoso (mille euro e più). Tutti parametri che possono spingere un costruttore a insabbiare un difetto: è già successo in passato (ricordo i casi delle bielle Peugeot e degli scooter Kymco), per cui chi mi ribatte che i richiami si fanno anche su modelli vecchi dovrebbe tener conto che è vero ma dipende anche da quanto costano (è facile richiamare una vecchia utilitaria solo per verificare se c'è ancora un'etichetta o se un bullone è stretto bene).
Proprio perché sono cose già note agli addetti ai lavori, diventa interessante capire come si muoverà la Motorizzazione, cui spettano la vigilanza sui problemi di sicurezza e il potere di imporre richiami. Staremo a vedere se archivierà il caso accontentandosi delle spiegazioni della Chevrolet oppure se – proprio perché stiamo parlando di interventi costosi su auto che al costruttore "non interessano più" – farà un esame più approfondito. Gli indicatori per decidere di indagare ci sono tutti.