Ci sono Comuni che sanno di avere torto e stanno zitti. Ce ne sono altri che, pur sapendo di avere ragione, non presentano appello contro le sentenze dei giudici di pace che annullano certe multe: la giustizia è troppo incerta (colpa di come sono fatte le norme e talvolta della "creatività" di chi le interpreta) e si rischia di rimetterci le spese. Così anche sentenze sballate diventano definitive e vengono pure citate come giurisprudenza significativa per tanti casi analoghi.
Infine, ci sono sindaci che vanno avanti come treni "a prescindere", rischiando seriamente di fare danni. E' successo a Riparbella, uno dei centri del Pisano dove da anni sui controlli automatici di velocità c'è una battaglia tra il Comune e il comitato civico No gabelle, a suon di ricorsi contro i verbali e denunce penali. Si contesta di tutto: dalle procedure per arrivare a installare gli apparecchi fino alla notifica dei verbali, che sarebbe avviata da aziende private senza che i (pochi) vigili in organico abbiano nemmeno intravisto i fotogrammi per accertare che le infrazioni siano state davvero attribuite al veicolo giusto. Le contestazioni sono state rinfocolate dal fatto che in quella zona c'è Santa Luce, il paesino che risultò in testa alle classifiche nazionali del Sole-24 Ore come numero di multe in rapporto agli abitanti. Anche per questo la vicenda è finita un po' su tutti i media.
Ora, dopo alterne vicende processuali, il Comune di Riparbella ha fatto due conti. E ha scoperto di aver dilapidato 82mila euro in spese legali, contro un credito di 12mila euro accumulato nei confronti dei (relativamente pochi) multati contro i quali ha vinto in giudizio.
Così, coda tra le gambe, il sindaco si è rivolto al Comitato No gabelle per una transazione. Accordo trovato: manca solo l'ok del Consiglio comunale. Che, c'è da scommeterci, arriverà. Tanto a pagare sono i cittadini.
Ps: grazie a Paolo Giachetti per la segnalazione.