Se volete difendervi da un ubriaco, non abusate del fatto di essere alla guida di un mezzo a motore: potete usarlo per scappare, ma se chi vi sta importunando o aggredendo insiste non potete rischiare di investirlo. Lo dice la Cassazione (quarta sezione penale, sentenza 14678/11, depositata il 12 aprile), che ha condannato un autista genovese di bus reo di aver travolto e ucciso un uomo in stato di ebbrezza che voleva salire a bordo nonostante il mezzo fosse palesemente fuori servizio.
L'ubriaco si era aggrappato al finestrino (aperto) dell'autista, che ha accelerato facendolo cadere. Subito dopo, l'uomo caduto è stato travolto dalle ruote posteriori. L'autista ha provato a difendersi affermando che tutto è accaduto in una frazione di secondo, ma i giudici avevano elementi per non credergli: pare che la vittima avesse già da prima dato manate alla fiancata del bus per farlo fermare, in quanto voleva salirvi (anche se abusivamente).
Partendo da questo, la Cassazione ha affermato che l'autista avrebbe dovuto fermarsi subito. La sentenza non è scritta in modo chiaro su questo punto, ma pare di capire che – dato che il conducente aveva visto per tempo l'ubriaco – avrebbe dovuto seguirne i movimenti con lo sguardo e frenare appena questi ha tentato di aggrapparsi: non è sufficiente sollevare il piede dall'acceleratore quando il tentativo di aggrapparsi fallisce, perché a quel punto è tardi (come dimostra l'esito della sequenza).
Certo, se si fosse trattato di un'aggressione con bastoni o pistole, ci sarebbe stata da considerare la legittima difesa. Ma un ubriaco a mani nude non costituisce una seria minaccia. Cosi da lui ci si può difendere scappando solo prima che possa mettersi in una posizione tale che si rischi d'investirlo; se non si è abbastanza pronti per farlo, non resta che chiudersi dentro il veicolo e scappare appena "molla un attimo" oppure chiamare le forze dell'ordine.