Come scrivo oggi sul Sole-24 Ore e sul sito del giornale, rovistando con cura tra i venti e passa articoli del decreto legislativo che ha appena recepito le ultime direttive europee in materia di patente si possono trovare tante chicche. Tra queste, la disposizione sui "medici spia", che devono segnalare alla Motorizzazione tutti i casi in cui, visitando un paziente, riscontrano una patologia incompatibile con la guida. La Motorizzazione disporrà così la revisione della patente, cioè in pratica una visita straordinaria in Commissione medica locale. Ma chi sono i medici che devono "fare la spia"?
Nell'esiguità degli spazi a disposizione su carta, non ho trovato il modo di spiegarlo. Rimedio qui.
La norma se la cava rimandando all'articolo 119 del Codice della strada, quello che contiene gli elenchi dei sanitari abilitati a rilasciare i certificati che normalmente (tranne i casi in cui si deve andare in Commissione medica locale) servono per conseguire o rinnovare la patente. In pratica, se si capita davanti a uno di questi medici in occasione di una qualsiasi visita (quindi anche quando non vi rivolgete a loro per ottenere il certificato necessario alla patente), potrebbe partire una segnalazione "ai vostri danni" (in realtà, vi farebbero solo bene ed è incredibile che finora si sia sorvolato su questioni così importanti per la sicurezza).
L'elenco degli abilitati è ben nutrito, perché comprende i medici:
– delle Asl;
– appartenenti al ruolo del ministero della Salute;
– delle Ferrovie dello Stato;
– militari, in servizio permanente effettivo o (novità della riforma del Codice) in quiescenza (se hanno svolto attività di accertamento per le patenti per almeno dieci anni o sono stati componenti di Commissione medica locale per almeno cinque);
– della Polizia;
– dei Vigili del fuoco;
– del ministero del Lavoro.
In pratica, stiamo parlando dei medici che di norma esercitano privatamente l'attività di valutazione per la patente, presso le agenzie di pratiche auto e le scuole guida. I sanitari delle Asl e delle Ferrovie possono invece ricevere i patentati o i candidati tali anche negli uffici pubblici nei quali lavorano.
L'estate scorsa – ricordo per completezza – la riforma del Codice ha previsto il ruolo di "spia" anche per i responsabili delle unità di terapia intensiva o di neurochirurgia, per i pazienti ricoverati nei loro reparti quando restano in coma per oltre 48 ore. Anche in questo caso, scatta la revisione della patente.