C'è una spigolatura importante nell'ultima, ennesima sentenza della Cassazione che boccia la discrezionalità dei prefetti nelle autorizzazioni ai controlli di velocità automatici nei centri abitati: i giudici sembrano escludere a priori la possibilità che un viale possa essere classificato di scorrimento se non c'è un semaforo per ogni incrocio. Concetto astruso, che però vi riguarda la vita di tutti i giorni: significa che – se così fosse – ci sarebbero molti prefetti che hanno sbagliato ad autorizzare i controlli perché hanno riconosciuto come di scorrimento (condizione vincolante per rilasciare l'autorizzazione) anche viali che non lo erano.
La questione è delicata e – tanto per cambiare – meno semplice di quel che sembra.
Infatti, la definizione di strada urbana di scorrimento impone effettivamente che "eventuali intersezioni a raso" siano "semaforizzate". Però occorre intendersi su cosa sia un'intersezione a raso: la definizione data dall'articolo 2 del Codice della strada dice solo che è un'area comune a più strade che serve "per lo smistamento del traffico". Detta così, è molto generica. Quindi ci rientrerebbero anche eventuali confluenze (diverse dagli svincoli, perché quelli sono intersezioni non a raso). Per esempio, immissioni da altre strade che "muoiono" sul viale (non immissioni da aree di parcheggio o spazi privati, perché quelli sono accessi) o rotatorie. Ma sarebbe assurdo mettere semafori su un viale di scorrimento anche in punti dove le correnti di traffico non s'incrociano in senso proprio (tanto più se si vuole che il traffico – appunto – scorra).
Ci viene in aiuto un'altra definizione data dall'articolo 2, quella di area di intersezione. che è la "parte dell'intersezione a raso nella quale si intersecano due o più correnti di traffico". Il fatto che in questo caso le correnti di traffico debbano intersecarsi (quindi una debba attraversare l'altra e proseguire in direzione diversa rispetto ad essa) implica che non confluiscano come in una rotatoria o in un'immissione e fa sì che debbano essere semaforizzati solo gli incroci "classici", cioè quelli a 90 gradi o giù di lì. Questa sarebbe un'interpretazione ragionevole.
Ma la Cassazione - forse perché la questione non era esplicitamente affrontata nel ricorso - non si è spinta a questo livello. Quindi non mi stupirebbe se qualcuno – semplicemente per farsi annullare una multa giusta – eccepisca il fatto che una rotatoria non abbia i semafori. E allora vai con altri ricorsi ed interpretazioni.
In fondo, avvocati e giornalisti ci sono anche per questo…
PS: in tutto questo, sfugge poi il dato fondamentale, che non è enfatizzato nemmeno dalla Cassazione. Da come la strada viene descritta dalla sentenza, si tratta di una semplice carreggiata, sia pure a senso unico. Quindi non ha nemmeno lontanamente la prima caratteristica che una strada dovrebbe avere per poter essere classificata come urbana di scorrimento: due carreggiate, separate da spartitraffico o indipendenti (cioè che non sono strettamente contigue e possono stare anche su livelli differenti). Se fosse davvero così, ancora una volta c'è da dubitare dell'operato delle prefetture. Come per esempio nel caso del Tutor di Torino, che denunciai un anno fa. Capiamo tutte le esigenze di sicurezza di questo mondo, ma allora si cambi la legge, autorizzando i controlli anche nelle circostanze in cui oggi sono vietati.