Tre anni fa, un costruttore bergamasco di bici a pedalata assistita scrisse a "Mi Manda Raitre" lamentando "vessazioni" da parte dei vigili urbani: gli sequestravano le bici perché troppo potenti. E giù un filmato in cui si illustravano le doti del prodotto. I colleghi della Rai mi interpellarono e rimasi frastornato: esistono ben precisi limiti di potenza (0,25 kW) e velocità (oltre i 25 km/h il motore elettrico deve spegnersi), oltre i quali il veicolo va considerato un ciclomotore e come tale va targato e assicurato, mentre il conducente ha l'obbligo di mettere il casco (e non solo la calda raccomandazione di mettere il caschetto, che invece è l'unica cosa che vale in bici). Mi pareva evidente che la lamentela fosse infondata, ma la sicumera con cui veniva presentata m'indusse a telefonare alla direzione generale della Motorizzazione per essere sicuro di non prendere cantonate. Mi confermrono che le regole erano semplicemtne quelle. Punto.
Oggi però la Ue vuole cambiarle, quelle regole. Ora che l'ho saputo, mi spiego tante cose di quell'episodio di tre anni fa.
In pratica, come segnala la Fiab (Scarica Fiab Stampa Bici a pedalatra assistita pericolose se più potenti), nell'ambito della prossima direttiva sui motocicli (già molto travagliata per la storia dell'Abs obbligatorio) si vuole aumentare la potenza del motore o comunque stravolgere gli attuali limiti. Dando di fatto copertura a quei costruttori che lo hanno già fatto di soppiatto. Un modo di procedere che si è già visto con le carrozzelle elettriche per disabili e che poi è stato avallato anche in Italia (con la riforma del Codice della strada) perché la Ue ci ha imposto di considerarle non veicoli (la cui tecnica è soggetta alle regole del Codice) ma ausili sanitari.
Ora, è chiaro che i costruttori superano i limiti perché è il mercato che lo chiede. Infatti, non mi stupisce che i fatti di tre anni fa siano accaduti a Bergamo, città dove ci sono salite: la gente vuole mezzi per poter circolare bene anche in salita, ma senza spendere i soldi necessari per un ciclomotore. Richieste legittime, se non fosse che non possiamo confondere le bici con questi ciclomotori di fatto. Ammesso che questi siano abbastanza sicuri da poter reggere col loro telaio e i loro freni la maggior potenza, non è corretto né sicuro consentire loro di circolare sulle piste ciclabili, rendendo la vita impossibile ai "veri" ciclisti, già stressati dalla presenza di pedoni e passeggini sulle stesse piste.