Una dichiarazione non si nega a nessuno. Così, dichiarazione dopo dichiarazione, il Parlamento europeo ha collezionato una sfilza di buone intenzioni anche in materia di sicurezza stradale. Salvo poi verificare nei fatti che, dopo aver votato queste enunciazioni di principio, nella pratica cambia ben poco. Soprattutto con la crisi che morde tutti e stride con l'adozione di nuovi dispositivi di sicurezza che sarebbero da adottare obbligatoriamente per risolvere i problemi su cui gli europarlamentari si sono espressi: si rischia che la gente, non potendo comprare mezzi nuovi (anche a causa dell'aumento dei costi indotto da questi dispositivi) si rivolga al mercato dell'usato, vanificando la normativa. Lo stiamo vedendo in questi mesi soprattutto con la battaglia dell'Abs sui motocicli, che esattamente tra una settimana vedrà scrivere un nuovo capitolo.
Ma non sempre le cose stanno così male. Per esempio, l'ultima dichiarazione votata dall'Europarlamento riguarda i sensori da aggiungere ai mezzi commerciali per evitare di investire pedoni e ciclisti invisibili all'autista (Scarica Collisioni da mezzi pesanti Bruxelles approva dichiarazione).
In effetti, parliamo di mezzi che costano centinaia di migliaia di euro. Aggiungere qualche telecamerina per inquadrare lo spazio attorno al veicolo non sembra un aggravio drammatico. Anzi: la telecamerina si comincia a vedere persino su monovolume asiatiche tutt'altro che pretenziose e di dimensioni tali da non richiederle (basterebbero semplicissimi sensori a ultrasuoni, diventati di serie su non pochi modelli nell'ultimo decennio).
E allora riusciremo un giorno a vedere telecamere obbligatorie su camion e autobus, in aggiunta agli specchi maggiorati adottati pochi anni fa sempre in seguito a una direttiva europea?