Pubblico e privato: sulla segnaletica (e non solo) Comuni e Province hanno bisogno di aiuto

Stamattina alla Provincia di Roma c'è stato un seminario sulla segnaletica (Scarica Seminario_Provincia_di_Roma). Non è una notizia da "ecchissenefrega", come potrebbe sembrare: indica tutta l'inadeguatezza del settore pubblico nel nostro Paese. Infatti, le regole ci sono e sono state anche più volte sviscerate da pareri e direttive ministeriali. Eppure continuiamo a vedere orrori pericolosi, sia sui cartelli sia sulle strisce per terra. Così l'Assosegnaletica ha preparato linee guida, che ha presentato proprio nel seminario di stamattina, rivolto a quei poveri tecnici degli Enti locali (soprattutto quelli piccoli), che dovrebbero essere esperti di tutto e invece, ovviamente, annaspano (per demerito? per impossibilità oggettiva?). Nel disinteresse dei rispettivi assessori, sindaci e presidenti di Provincia.

Così i privati cercano di metterci una pezza. E non è il primo caso.


Dalla Polizia stradale (con Pneumatici Sotto Controllo e Icaro, per esempio) alla Motorizzazione (come a Venezia per sicurezza e inquinamento) fino alle stesse Province (coinvolte dall'Unasca sulla legalità), da qualche anno vedo tutto un fiorire di iniziative congiunte con aziende e associazioni private. Ben vengano? In linea di massima, sì. Ma occorre sempre fare attenzione: l'autorità pubblica deve sempre mantenere un ruolo indipendente di garanzia dell'interesse generale e c'è il rischio che si possa far "dettare la linea" da interessi privati.

Va comunque precisato che, anche quando la collaborazione del privato non è palese, questo rischio c'è lo stesso. Infatti, quando un'amministrazione pubblica è allo sfascio, non ha le competenze per controbattere. O perché manca personale esperto o perché, quando c'è, non ha voce in capitolo: spesso su questioni delicate è necessario fare sperimentazioni (di laboratorio o sul campo) che però non sono alla portata delle strutture pubbliche. E allora vai col privato!

  • Marcello Aranci - Presidente Consulta Provinciale Sicurezza Stradale Roma |

    Caro Maurizio,
    ho letto con attenzione il tuo post di oggi e mi preme evidenziare e ribadire lo spirito dell’iniziativa che evidentemente non è stato trasmesso con il vigore necessario.
    Abbiamo voluto, come Consulta per la Sicurezza Stradale della Provincia di Roma, realizzare un appuntamento che fosse in grado di rappresentare al meglio le esperienze felici in termina di sicurezza stradale affrontando tre temi.
    Tre temi con tre letture diverse :
    La prima dal punto di vista dell’Associazione delle Vittime della Strada attraverso un loro autorevole socio già comandante della Polizia locale di Cattolica.
    La seconda tramite l’AMI, un’associazione di motociclisti, presieduta dal Dott. Guidarini traumatologo del 118 di Siena, che ha posto l’accento sul tema guard rail introducendo un distinzione fondamentale tra cause d’incidente e cause di lesioni, riflessione non banale specie per le implicazioni infrastrutturali.
    La terza lettura è stata data da Assosegnaletica,che ha presentato un modello di linee guida che come Consulta riteniamo possa essere uno strumento importante da condividere con i comuni del territorio, considerando le difficoltà in cui molti di loro versano.
    E’ intervenuto tra l’altro, in modo assolutamente spontaneo il Senatore Cicolani che ha raccolto le istanze della Presidente Cassaniti Mastrojeni delle Vittime della Strada e gli spunti di Paolo Mazzoni che ha sottolineato l’urgenza delle direttive ministeriali ad integrazione delle modifiche del CDS.
    La giornata, in ogni caso, è stata promossa dalla Consulta, che ha proprio nella sua vocazione quella di prendere il meglio delle best practices di pubblico e privato e di metterle al pantografo. Il contributo organizzativo alla manifestazione è stato di ben tre Assessorati della Provincia di Roma, con tre Associazioni, espressioni anche del privato sociale che hanno condiviso una esperienza di rete di cui sono fiero. Sottolineo una ultima cosa, per dovere di cronaca, tutti coloro che sono intervenuti lo hanno fatto a titolo gratuito e di questo li ringrazio personalmente. Abbiamo parlato a tecnici ma anche ad Assessori e Comandanti di PL., non tantissimi a dire il vero ma spostare le persone dalla Provincia verso Roma in una mattinata feriale non è impresa facile.
    Comunque, rimane un ottimo risultato. Il nostro primo obbiettivo come Consulta deve essere quello di raccogliere e mettere insieme le intuizioni felici, come d’altronde abbiamo fatto anche con il recente convegno di Frosinone, e non pongo neanche l’accento sulla necessità di assoluta indipendenza dell’Autorità pubblica perché facendo parte di una Istituzione, seppur piccola, lo do per certo, come il fatto che domani mattina sorga nuovamente il sole.
    Proprio per questa indipendenza, che tra l’altro caratterizza l’operato dell’Amministrazione Provinciale, ritengo estremamente importanti e positive le occasioni di incontro e di spunto di riflessione, con esperienze concrete così come era in effetti nell’intento dell’iniziativa.
    Ti saluto con cordialità e mi auguro di averti tra i nostri ospiti alla prossima occasione.
    [risponde Maurizio Caprino] Purtroppo di tutto questo non c’era traccia nel materiale informativo che avevo ricevuto. Il problema del pubblico-privato, comunque, resta assolutamente sul tappeto, a prescindere.

  • Maurizio Galli Angeli |

    Eravamo presenti al convegno come relatori attraverso la nostra Presidente Pina Cassaniti e con Nazario Gabellini (Gruppo Prevenzione Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada). L’ex comandante della PM di cattolica è citato dalla Consulta nazionale per la Sicurezza stradale come una delle esperienze più felici dal punto di vista della riduzione della mortalità e dell’incidentalità nel suo territorio. La Consulta parla di Cattolica in questi termini:” Cattolica ha sviluppato un’operazione di raffinato livello culturale. Dato un incrocio dove ogni volta si registrano morti e feriti, incidenti con vittime, perchè la gente trova lo spazio e va, creando le condizioni di rischio, sono due le vie per affrontare il problema: o si mettono più poliziotti per ottenere più repressione, più controllo, più prevenzione, o si riconosce, come ha fatto Cattolica, in quella condizione infrastrutturale una condizione che genera rischio, e si tenta di eliminare tale condizione, piuttosto che aggiungere un vigile. Ciò può essere ottenuto, ad esempio, con l’introduzione di una minirotatoria, il cui prezzo è risibile e la cui efficacia è altissima. Cattolica è sicuramente un esempio di buona prassi, non solo in termini infrastrutturali, ma in termini di rapporto tra azione di governo sui comportamenti e cioè controllo, prevenzione, dissuasione, repressione, fatta ai diversi livelli”. Nella Platea mancavano gli addetti ai lavori (istituzioni comunali e provinciali, polizia municipale, provinciale, ecc): Forse l’esperienza positiva del comandante Gabellini è stata “troppo” positiva per esser ripetuta ???????

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