Da una decina di giorni, un'altra polemica appassiona i guidatori toscani oltre a quella sugli autovelox fissi di Firenze: le buche sull'Autopalio (il raccordo autostradale Firenze-Siena). Come mi segnala Paolo Giachetti, la gente non digerisce il fatto che questa importante arteria sia tra quelle su cui da maggio (anche se non mi stupirebbe una proroga per motivi tecnici) sarà imposto il pedaggio, visto il servizio indegno che offre proprio a causa dell'asfalto-gruviera (e sorvoliamo sul resto).
Effettivamente la questione lascia perplessi: è vero che l'Autopalio è classificata come raccordo autostradale e quindi rientra nella definizione delle arterie che dovranno essere soggette a pedaggio. Ma è anche vero che il 1° dicembre scorso, davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato, il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, si è detto favorevole all'istituzione dei pedaggi anche su superstrade non classificate come raccordi autostradali, ma solo dopo che il livello di servizio sia stato portato a livelli adeguati. Insomma, l'Autopalio per legge va pedaggiata e non ci piove, ma concettualmente è ingiusto che ciò accada.
Apparentemente, la questione è la solita: sopportare un onere a fronte di un servizio scadente, ma nella prospettiva che si generino incassi per migliorare la situazione. In questo caso, non è così: i pedaggi vanno solo a coprire i debiti che lo Stato si è lasciato nei confronti dell'Anas per opere (alcune già completate) non pagate. Quindi, i pedaggi in sé c'entrano poco con la manutenzione.
Ma un'altra misura varata l'estate scorsa contemporaneamente ai nuovi pedaggi potrebbe alleggerire la situazione: è il sovrapprezzo dovuto sulle autostrade già a pagamento, proprio per finanziare la manutenzione della rete Anas. Il gettito, iniziato il 1° luglio 2010, è entrato a regime dal 1° gennaio scorso con il rincaro già programmato nella manovra estiva. Il problema, però, è che queste non sono da considerare nuove risorse: il sovrapprezzo sui pedaggi autostradali non è altro che una misura compensativa per il taglio che lo Stato ha deciso ai suoi contributi per l'Anas. Per le finanze dell'azienda pubblica è certamente un beneficio, perché le rende più autonome: possono contare su un'entrata certa e di entità abbastanza ben prevedibile, invece di dipendere dalla carità dello Stato, che arrivava in ritardo. Giusto ieri "Il Sole-24 Ore del Lunedì" denunciava gli arretrati di pagamento dei committenti pubblici alle imprese private che costruiscono le infrastrutture). Mentre venerdì scorso è arrivato l'allarme di Assosegnaletica:le imprese soffrono e anche le misure che potrebbero rilanciare il mercato (come i decreti attuativi dei nuovi obblighi di manutenzione stabiliti l'estate scorsa dalla riforma del Codice della strada) tardano ad arrivare (Scarica Assosegnaletica Mercato in stallo, servono norme urgenti).
Alla fine, il discorso è sempre quello: i fondi restano pochi. Per la manutenzione ordinaria delle strade Anas rispetto a quanto stanziato dallo Stato per il 2009 (che era già una cifra bassa), i sovrapprezzi sui pedaggi nel 2010 dovrebbero aver fruttato una sessantina di milioni in meno. In questa situazione, si troveranno i soldi per rendere almeno decente l'Autopalio a pagamento?