L'Istituto superiore di sanità sta lavorando per individare i guidatori più pericolosi, in modo da metterli sotto osservazione. L'obiettivo è offrire loro la possibilità di "redimersi" con un corso o altre iniziative e, se continuano a commettere infrazioni o causare incidenti, inibirgli per sempre la guida (anche se sappiamo che, fin quando non ci saranno le auto che identificano il conducente, uno potrà pur sempre circolare, come non di rado accade oggi). Ovviamente ci vorrà un'apposita legge, che potrà venire solo dopo che la sperimentazione fatta dall'Iss avrà individuato criteri convincenti per identificare i conducenti peggiori.
Della sperimentazione dà notizia Franco Taggi (professore dell'Iss) in un articolo sul Centauro, il mensile dell'Asaps. Tutto si basa sulla similitudine con le malattie: quando un sintomo è tipico di più patologie, i medici riescono a capire quante probabilità che un sintomo sia legato a una di esse in base a statistiche epidemiologiche sulla loro diffusione. Così si riesce a orientare la diagnosi. Analogamente, l'Iss punta ad analizzare infrazioni, incidenti e loro responsabili per capire le correlazioni statistiche tra di loro e individuare così i parametri tipici dei guidatori più a rischio; in base a queste correlazioni, si potranno analizzare il "curriculum"e il profilo di ciascuno di noi e capire se quel'incidente che abbiamo causato sia più probabilmente un colpo di sfortuna o un indice del fatto che per strada siamo pericolosi.
L'approccio è innovativo e c'è da augurarsi che abbia successo. Ma non sarà facile. Non solo per la delicatezza delle questioni concettuali che solleva: ci sono da considerare pure problemi terra-terra di questo Paese, come la cronica incompletezza delle banche dati su incidenti e infrazioni.
Inoltre, quest'analisi non andrà enfatizzata. Perché va tendenzialmente a dimostrare (se ci riuscirà) che una minoranza di guidatori causa un numero di sinistri proporzionalmente maggiore. Il che probabilmente è vero: non di rado le cronache parlano di recidivi. Ma deresponsabilizza tutti gli altri.