La strada riapre e un albero uccide una poliziotta

Gli ingredienti per una storia da prima pagina c'erano tutti: una pattuglia tutta al femminile (assoluta rarità), un incidente assurdo (la caduta di un albero mentre si rilevava un altro sinistro, causato da un conducente ubriaco fradicio) che ha ucciso una delle due poliziotte e la polemica dovuta al fatto che la strada era stata appena riaperta dopo essere stata a lungo chiusa per una frana che potrebbe aver causato anche la caduta dell'albero assassino. Eppure della morte di Maria Teresa Marcocci, 42 anni, hanno dato notizia in pochi. E tra questi pochi c'è chi non potrebbe fare diversamente, chiamandosi Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale http://www.asaps.it/indexpage_n.php?id=30107&categoria=News&sottocategoria=Notizie%20brevi&pubblicazione=10.12.2010).

Amen, verrebbe da dire. E invece dobbiamo aspettare che qualcuno faccia luce sulla riapertura di quella strada, una provinciale dello Spezzino. C'è da capire se il presidente della Provincia abbia disposto la riapertura perché dal punto di vista tecnico si poteva effettivamente stare tranquilli oppure perché c'erano cittadini (quindi elettori) che protestavano.

Nel primo caso, ci rassegneremmo: sappiamo che la Stradale è il corpo più esposto a rischi, perché gli incidenti sono molto più frequenti delle sparatorie (da cui peraltro gli "stradalini" non sono affatto esentati. Anzi: più girano e più possono imbattersi in criminali, contro i quali hanno anche loro hanno il dovere di intervenire (checché ne dica il Governo, che con l'ultima manovra tratta gli appartenenti alle forze dell'ordine come impiegati del Catasto, ovviamente con tutto il rispetto per questi ultimi). Non è un caso, quindi, se Maria Teresa Marcocci è la 361esima vittima che la Stradale conta dal 1938 (quando si chiamava ancora Milizia della strada).

Nel caso in cui alla Provincia si siano lasciati prendere la mano, invece, ci sarebbe molto meno da rassegnarsi. Gli agenti, in certe circostanze, si sentono carne da macello: accettano i rischi del mestiere e non si lamentano, ma quando è troppo è troppo. Ci sarebbe da indagare su cosa avviene quando c'è da decidere se riaprire una strada locale. Da vedere se i tecnici della Provincia e il dirigente della Stradale alzano abbastanza la voce se non sono convinti della riapertura.