Arriva la riforma della riforma?

Martedì scorso, con un sacrosanto blitz al Senato, è stato approvato un disegno di legge minuscolo ma importante: quello che abolisce l'assurdo "privilegio" conservato finora dagli autisti di taxi, bus e mezzi di servizio che consente loro di usare il telefonino o le cuffiette anche durante la guida (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlmess&leg=16&id=512624). Una cosa non solo pericolosissima, ma anche anacronistica perché partorita vent'anni fa, quando la tecnologia bluetooth non si sapeva nemmeno che cosa fosse. Ora speriamo che la Camera sia altrettanto rapida nel far passare questa norma, breve e semplice.

Ma già in commissione al Senato si è parlato di utilizzare questo disegno di legge come "cavallo di Troia" per riformare la pur recentissima riforma del Codice. Il rappresentante del Governo nella discussione (il sottosegretario alle Infrastrutture, Bartolomeo Giachino) non ha dissentito. Nemmeno io dissento, figuriamoci: da mesi scrivo che la riforma è piena di errori e imprecisioni. Ma sarà bene vigilare affinché il disegno di legge in arrivo alla Camera sia arricchito solo dalle doverose correzioni e non vada a stravolgere la riforma (cosa che peraltro allungherebbe i tempi di entrata in vigore anche del semplice e sacrosanto divieto di telefonino per gli autisti). Il pericolo non è solo teorico: la riforma è stata tanto varia che un po' tutte le lobby sono contente per certe novità e scontente per altre. Quindi tutti vorrebbero rimetterci le mani su.