Dunque, è arrivato il giorno del trionfo: Aci e Istat hanno presentato i dati sugli incidenti 2009 e ne emerge un miglioramento-record (-10,3% di morti, -1,1% di feriti e -1,6% nel totale dei sinistri). Qualcuno si allarga pure a dire che, se nel 2010 andremo con lo stesso passo, potremo inaspettatamente centrare l'obiettivo di dimezzare i morti rispetto al 2001, che la Ue aveva fissato per tutti gli Stati membri. Peccato che le prime cifre sull'anno in corso non depongano bene: in autostrada (unico ambito dove dati abbastanza affidabili si possono avere da subito) dal 1° gennaio al 30 ottobre il numero dei morti ha ricominciato a salire (264, contro i 243 del corrispondente periodo 2009), nonostante si riferisca a un numero di incidenti minore (27.069 contro 27.391). Questo aumento ha già portato a polemiche un mese fa (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/10/pi%C3%B9-morti-in-autostrada-pi%C3%B9-polemiche-sui-giornali-ma-la-verit%C3%A0-%C3%A8-che.html), ma ancora non è stata resa nota un'analisi che consenta di valutare bene.
Piuttosto, la diminuzione degli incidenti nel 2010 potrebbe essere pure dovuta al fatto che dal 13 agosto la riforma del Codice impone il ritiro immediato della patente a chi causa un incidente con lesioni anche lievi. La voce sta correndo e i poliziotti si stanno trovando di fronte a gente che magari zoppica ma dichiara di essere uscita di casa con la sciatalgia, per evitare complicazioni. E in effetti sono complicazioni anche per gli agenti, perché una misura simile c'era stata anche nella versione originale di questo Codice (nel '93), ma era durata pochi mesi a causa del contenzioso e comunque della sua complessità di gestione. In ogni caso, se la norma non verrà modificata, probabilmente vedremo richiedere sempre meno l'intervento delle forze dell'ordine quando c'è un sinistro e questo in futuro potrebbe portare a un ulteriore calo degli incidenti che risultano (non dei morti, perché comunque in quel caso sarebbe quasi del tutto impossibile e altamente rischioso nascondere l'accaduto).
Proprio la differenza tra i numeri ufficiali Aci-Istat e quelli reali viene in qualche modo evidenziata dal presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati (Scarica Commento Salvati): nel ricordare che la strada per la sicurezza è ancora lunga, Salvati accenna proprio al fatto che i sinistri denunciati alle assicurazioni (dato verosimilmente più affidabile di quello Aci-Istat perché comprende anche le miriadi di casi in cui le forze dell'ordine non intervengono) continuano a essere troppi e non accennano a diminuire (anche per colpa delle frodi, va detto).
Non sarebbe il caso di far avvicinare questi due mondi? Per esempio spingendo le compagnie assicuratrici a segnalare agli organi di polizia tutti quei sinistri sconosciuti agli agenti ma dove risultano feriti? Sarebbe un modo non solo per far quadrare meglio le statistiche, ma anche per alzare l'asticella per chi vuole frodare, visto che farebbe rischiare conseguenze sulla patente (anche se poi può trovarsi in mezzo qualche innocente il cui coinvolgimento è inventato di sana pianta da un truffatore).
PS: come sempre, si sta commentando il fatto che le statistiche dell'anno prima arrivino solo alla fine dell'anno in corso. Giusto, ma qualcosa si sta muovendo: si sta mettendo in piedi un sistema ri collegamento telematico tra polizie locali e Istat, per trasmettere i dati in tempo reale e la riforma del Codice incentiva questo processo. Si spera che i Comuni si adeguino. Senza attendere che magari qualcuno minacci di escludere gli inadempienti dalla ripartizione di fondi (come ha fatto oltre un anno fa la Regione Campania).