Le sperimentazioni non sono servite: la Commissione Ue vuole multare l'Italia per non aver ancora attivato compiutamente il servizio di localizzazione delle chiamate di emergenza. Ne ha dato notizia l'Associazione nazionale polizia locale (https://sites.google.com/site/assoanpol/focus-2/numerounicoeuropeo112perleemergenzel%E2%80%99italiaancorainritardo). In pratica, ci sono ancora da mettere a regime un numero unico di emergenza (sarà il 112) e un sistema in grado di rivelare alla centrale operativa da dove proviene una chiamata, cosa fondamentale ora che c'è libertà di movimento in tutta Europa e quindi è frequente che un cittadino si trovi in un Paese diverso dal suo, dove potrebbe avere difficoltà a chiedere aiuto e spiegare dove si trova.
Per quanto ne so io, non è che l'Italia se ne sia stata con le mani in mano. C'è gente che ha lavorato duro per mettere su un sistema e la localizzazione è diventato uno dei pallini della Polizia stradale. Tanto che a settembre è stato chiesto ai gestori autostradali (che forniscono le vetture ai reparti in servizio sulla loro rete) di installare sui mezzi lo Scout, sistema telematico completo di telecamera che consente tra l'altro di georeferenziare la pattuglia e che hanno già molte auto che vigilano sulle strade ordinarie. Lo Scout consente di individuare subito un luogo in cui gli agenti intervengono o comunque di "interesse" (per esempio, se c'è un segnale errato, un cartello pubblicitario abusivo, un guard-rail da sistemare eccetera). Ma, soprattutto, consente di risolvere un problema increscioso: capitava (come in tutti i posti di lavoro) che ci siano agenti poco propensi a intervenire, che pur di "scaricare" l'incombenza su altri colleghi dichiaravano alla centrale di trovarsi in una posizione diversa da quella reale…