La Ue sta preparando un grosso giro di vite per le moto, su inquinamento e sicurezza: il 4 ottobre ha proposto una direttiva che di qui al 2020 prevede di imporre tre standard progressivamente più severi sulle emissioni allo scarico e dal 2017 obbligherebbe a vendere le nuove moto con l'Abs di serie. L'Acem (l'associazione europea dei costruttori) l'ha presa male e ha subito snocciolato una serie di dati e riflessioni per confutare l'utilità di queste misure, soprattutto se rapportate ai costi (http://circa.europa.eu/Public/irc/enterprise/automotive/library?l=/mcwg_motorcycle/meeting_february&vm=detailed&sb=Title).
Quanto all'Abs, l'Acem cita due studi secondo i quali, sia in Europa sia negli Usa, solo l'1% dei motociclisti coinvolti in incidenti arriva a far bloccare la ruota anteriore, percentuale che per la ruota posteriore sale ad appena il 6% in Europa e all'11% negli Usa. A questi dati si contrappone una ricerca fatta dalla Dekra in Germania, secondo cui con l'Abs si riuscirebbe a evitare una quota compresa tra il 25 e il 35% degli incidenti gravi, salendo addirittura al 50-60% se si adottasse un sistema "intelligente" di assistenza alla frenata.
Quello dell'"intelligenza" della frenata è un problema sollevato anche dall'Acem, che ricorda un problema peculiare delle moto: quando si fa una curva piegandosi, la superficie di contatto tra gomma e asfalto si riduce, perché non è più il battistrada a toccare terra, ma solo una parte di quest'ultimo assieme a un pezzo della spalla del pneumetico. Quindi, una complicazione in più rispetto alla già delicata gestione di un Abs automobilistico: i calcoli in base ai quali il sistema è programmato vanno rifatti in base al grado d'inclinazione della moto in curva. E l'Acem afferma che nessun sistema è attualmente in grado di fare questo, lasciando intendere che – se anche si riuscirà a svilupparne uno – costerà molto, almeno all'inizio. Anche se SicurMOTO.it c'informa che si sta lavorando (http://www.sicurmoto.it/2010/10/31/bosch-arriva-la-nuova-generazione-di-abs-specifico-per-le-moto/).
La contrapposizione Acem-Dekra si può spiegare fondamentalmente con due cause:
– il conflitto d'interessi, visto che i costruttori ovviamente vogliono risparmiare e la Dekra fonda invece il suo business su collaudi e controlli tecnici (revisioni comprese), per cui più componenti ci sono più operazioni vanno fatte;
– la differenza del campione esaminato (la Dekra non considera tutta l'Europa ma solo la Germania e non tutti gli incidenti ma solo quelli gravi).
Il prossimo Salone di Milano (l'Eicma) sarà l'occasione per avere un confronto tra queste posizioni: il 2 novembre ci sarà una tavola rotonda organizzata dall'Acem, l'indomani la Dekra presenterà i suoi dati (all'interno del suo consueto Rapporto annuale sulla sicurezza stradale, che per il 2010 si focalizza proprio sulle moto).