Altro che T-Red e affini. A Roma la Polizia municipale ha scelto di colpire ancora più duro chi passa col rosso: servizi in borghese, con alt immediato. Quindi, identificazione certa del trasgressore, senza possibilità di evitare la decurtazione dei punti e con pochi spazi per un ricorso (colto sul fatto e a sorpresa, il malcapitato raramente ha la presenza di spirito necessaria a far mettere a verbale eventuali sue perplessità che potrebbero essergli utili davanti al giudice).
Questi servizi, di cui mi dà notizia Francesco Matera, sono iniziati in estate per cinture e cellulari (600 multati in due settimane, con 70mila euro di incasso e 3mila punti decurtati) e stanno proseguendo ora ai semafori. Ai più esperti non sfugge che questi ultimi controlli sono più delicati: l'attraversamento col rosso, non a caso, è una delle circostanze in cui è prevista la deroga all'obbligo di fermare subito i trasgressori, data la pericolosità dell'operazione. Ma a Roma si sono organizzati con due pattuglie, una in borghese che rileva l'infrazione e l'altra "in divisa" che procede all'alt. Dovrebbe funzionare, se fatto bene.
Certo, ci vuole tanto personale (da sottrarre ad altri servizi, la coperta è corta!) e i numeri non sono gli stessi rispetto a ciò che può fare un apparecchio automatico nei primi tempi di funzionamento. Ma l'effetto è più ampio: la gente non sta attenta solo dove c'è il controllo, perché sa di poter essere pizzicata ovunque, in qualsiasi momento e senza possibilità di accorgersene. E' così che si fa funzionare la patente a punti.