Giusto ieri mattina, su questo blog, facevo notare al sottosegretario Giachino che le preoccupanti statistiche sull'alcol nei giovani guidatori dipendono anche da chi si va a cercare quando si fanno i controlli su strada. Stamattina SicurAUTO.it (http://www.sicurauto.it/news/alcol-zero-nella-proposta-iniziale-cerano-anche-gli-over-65-ma-poi-sono-spariti.html) tira fuori la notizia che sostanzialmente la Sia (Società italiana di alcologia) aveva proposto ufficialmente l'alcol zero, ma non solo per i giovani come ha poi fatto il Parlamento (aggiungendoli agli autisti professionisti): gli esperti della Società avevano scritto che tale drastica misura andrebbe estesa anche agli ultrasessantacinquenni. Il motivo è semplice: anche loro, come i giovani, fanno fisiologicamente più fatica ad assorbire l'alcol.
SicurAUTO.it ne fa poi una questione "politica": per i parlamentari peserebbe di più il voto degli anziani, perché i giovani non sarebbero degnamente rappresentati. A me, invece, interessa completare il ragionamento con una questione giuridica che potrebbe essere sollevata sull'alcol zero.
La questione è tutta giocata sulla disparità di trattamento tra cittadini: quando s'introduce una norma restrittiva che riguarda una ben determinata fascia di popolazione, si rischia sempre di andare contro l'articolo 3 della Costituzione, che sancisce l'uguaglianza tra tutti i cittadini. Questo è il motivo per cui, ad esempio, nella riforma del Codice si sono dovute abolire le sanzioni accessorie (sospensione e decurtazione della licenza di guida) per i patentati che commettono infrazioni in bici o con altri mezzi non a motore: si sarebbe creata una disparità favorevole a chi guida tali mezzi e non ha la patente (non richiesta, in questi casi).
La Consulta ha sempre bocciato le norme che introducevano disparità, salvando solo quelle in cui tale differenza era ragionevole e motivata da dati di fatto. Nel caso dell'alcol zero, proprio il fatto che i giovani ne assorbano gli effetti con più difficoltà potrebbe in effetti giustificare le disparità, ma non si capisce perché l'alcol zero sia stato esteso anche a tutti i neopatentati a prescindere dall'età. Né si capisce perché ne siano stati esclusi gli anziani, che hanno lo stesso problema e riflessi mediamente peggiori. Si può controbattere che, stando alle statistiche assicurative, sono i giovani a fare più danni, perché la loro naturale spericolatezza annulla il vantaggio di sicurezza dato dai riflessi pronti. Insomma, c'è di che discutere…