Codice e demagogia/1 – Il pm famoso che non sa come applicare la riforma

Il magistrato è di quelli noti. Non vi dico chi è né dove lavora, per non bruciarmi la fonte della notizia. Ma vi basti sapere che sta indagando su Verdini & c (tanto su di loro si indaga in varie città, quindi non potete arrivarci). Bene, l'altro giorno questo pm ha confessato che non sa come applicare le novità previste dalla riforma del Codice della strada (legge 120/10) su alcol e droga: troppe procedure tra cui districarsi, perché occorre occuparsi sia del trasgressore sia del veicolo (a chi affidarlo nell'immediato? come arrivare a eseguire la confisca, prevista nei casi più gravi?). Episodio sintomatico di tante cose.

Innanzitutto, della complicazione delle norme. Diciamolo chiaro: noi giornalisti spesso diamo una rappresentazione della realtà degna più di una recita che di una cronaca. Uno dei momenti tipici in cui ciò emerge è quando si dà un giro di vite sul Codice della strada. Noi e i politici strombazziamo le nuove sanzioni draconiane, gli alti gradi delle forze di polizia ci comunicano i primi risultati e tutto sembra fatto. Invece dietro tutto questo c'è un gran lavoro. Con dirigenti, funzionari e ufficiali tutti ad accapigliarsi sull'interpretazione delle virgole e ad affannarsi per emanare le prime disposizioni operative a chi poi va di pattuglia. Tutto ciò non basta a far filare tutto liscio. Pensate, per esempio, che la prima (e per forza di cose non approfondita) circolare della Polizia stradale (che è l'organo di coordinamento e quindi dà istruzioni valide per tutti) è stata pronta solo nel pomeriggio del 30 luglio, quando invece le norme erano in vigore dalla mezzanotte precedente. Cosa volete che abbiano fatto gli agenti nel frattempo? Vigilare come bull-dog, come si evince dalle dichiarazioni ufficiali? Evidentemente no, per lo sconcerto del cittadino che sente certe cose in tv, vede per strada tutt'altro e si convince che sia tutta una messinscena. Anche quando il giro di vite è seriamente applicato: si stupirà della maxi-sanzione subìta e griderà allo scandalo..

Secondo problema: più le norme si complicano, più occorrerebbero professionisti specializzati. E invece le sanzioni penali legate al Codice della strada come alcol e droga sono trattate da pm che fanno di tutto. Quando va bene, sono giovani alle prime armi, che ci mettono magari un po' d'impegno. Se invece sono magistrati che hanno in corso indagini ben più importanti, immaginate voi (anche perché le leggi cambiano e si complicano pure nei settori loro più congeniali, soprattutto quando il Governo si fissa su intercettazioni, processo breve eccetera). Quindi, l'enfasi mediatica su alcol e droga alla guida stride con la realtà delle Procure, dove queste cose sono spesso trattate alla stregua dei "processetti" a chi si allaccia abusivamente alla rete elettrica.