Che dire delle ennesime prodezze di Fabrizio Corona, beccato altre due volte a guidare a velocità folle? Non si può certo invocare una stretta al Codice della strada: Corona ha la patente revocata e la riforma appena sfornata dal Parlamento (legge 120/10) porta ad almeno due anni il tempo dopo il quale i "revocati" possono prendere una nuova licenza da neopatentati. Né è pensabile che invocare più controlli: Corona gira con auto talmente vistose e commette infrazioni talmente macroscopiche che lo beccano anche due poliziotti ciechi (senza contare che l'altra sera stava correndo sull'A1 in piena zona-Tutor, riproponendo il problema dei controlli automatici che per certa gente non sono un deterrente). E allora, come ho scritto sul Sole-24 Ore di ieri, non resta che una sorta di braccialetto elettronico: patente con chip dentro riconoscibile dalla centralina dell'auto. Senza patente o quando il chip segnala la revoca (che nel futuro sarà il problema dei problemi, visto che la riforma del Codice amplia di molto i casi puniti con revoca), l'auto non parte. Così si risolve pure una volta per tutte il problema dell'identificazione a posteriori di chi guidava, in caso di controlli automatici senza fermo immediato del trasgressore.
Solo che per arrivarci è necessario che la Ue imponga sistemi del genere (tecnologicamente già fattibili) su tutti i nuovi veicoli. Ci vorrà innanzitutto la volontà politica. E poi anni per scrivere la norma, fare gli esperimenti tecnici e far entrare in vigore il tutto.