Questo mese il mondo degli operatori delle revisioni è stato in subbuglio. Motivo: un articolo di "Quattroruote", secondo cui ci sarebbero segnalazioni sull'eccessiva severità di certi operatori. Andando a leggere bene, viene raccontato un solo caso: quello di una signora del Pavese la cui monovolume non ha superato la revisione per lievi ammaccature sulla carrozzeria. Un caso increscioso, certo. Ma a chi mastica di revisioni appare alquanto isolato: da quando le revisioni sono svolte soprattutto dai privati (1997), il problema è semai il contrario, cioè l'eccessiva leggerezza con cui vengono promossi veicoli in cattive condizioni. L'ho documentata io stesso più volte, quando lavoravo proprio a "Quattroruote". E anche in quegli anni dovemmo ricrederci: in tutta la fase antecedente al '97 avevamo ipotizzato che qualche in officina, dato l'evidente conflitto d'interessi tra l'attività di revisione e quella di riparazione, si "ricattassero" gli automobilisti rilevando – anche pretestuosamente – difetti che impedirebbero di superare la revisione e pretendendo di effettuare l'intervento per eliminarli. La realtà dimostrò che gli abusi avvenivano invece "al ribasso", cioè facendo praticamente a gara a chi tra gli operatori chiudesse di più gli occhi di fronte a difetti veri.
Ora "Quattroruote" fa capire che i tempi starebbero cambiando. Ma è vero? Secondo gli operatori, no. Neanche io credo siano cambiati, ma aggiungo che potrebbero cambiare nei prossimi anni: si stanno creando le condizioni affinché in futuro possa convenire essere troppo severi invece che esserlo troppo poco. Perché stanno cambiando le regole.
La prima novità è già in vigore dallo scorso agosto: con l'introduzione dei pagamenti telematici delle tariffe dovute per il test ("Nuovo servizio revisioni"), è stato stabilito che in caso di bocciatura si debba ritornare nella stessa officina. Un modo per evitare la deprimente sceneggiata permessa dalle regole precedenti: gli operatori seri si vedevano sfilare il lavoro di mano dai loro colleghi pronti a promuovere pure chi era stato appena respinto in altre officine, anche per problemi gravi.
Ma il vero salto di qualità si dovrebbe avere nel giro di due anni, quando sarà a regime il sistema di gestione revisioni MctcNet 2: ogni test sarà documentato da immagini (per dimostrare che un determinato veicolo è stato effettivamente controllato) e tutti i valori registrati dalle apparecchiature dell'officina su ogni veicolo revisionato saranno archiviati subito nel Centro elaborazione dati della Motorizzazione (per poter ricostruire l'attività di ogni operatore ed evitare alterazioni dei dati). A quel punto, resteranno margini stretti per barare. Magari lo si potrà fare solo su alcuni controlli visivi, di cui non rimane traccia perché non si vedono nelle immagini né danno origine a dati da archiviare.
Ancora per due anni, comunque, il sistema rimarrà con le sue falle. Quindi ci si dovrà continuare ad affidare alla serietà dei singoli. Che non è del tutto assente, almeno in certe zone. Lo ha dimostrato lo scandalo scoppiato a Rieti a novembre: il fatto che si facessero test piuttosto seri ha spinto non pochi proprietari di mezzi pesanti (di competenza della Motorizzazione e non dei privati) e auto malridotti a cercare una sponda per stampare falsi tagliandi di "Revisione regolare". L'avevano trovata in un dipendente infedele della Motorizzazione, che "forzava" il sistema informatico per stampare i tagliandi, annullando poi l'operazione. Controlli interni hanno fatot emergere l'anomalia, le indagini della Polstrada hanno fatto il resto.
Questo a Rieti. E nel resto d'Italia? Nel tempo, le cronache hanno mostrato altri casi un po' dappertutto. Venuti a galla non sempre perché il sistema era sano, anzi insabbiati finché qualcuno non si è messo di traverso.