Tanto per cambiare, l'allarme è venuto dall'estero. Ma non è la solita indagine del potente ente americano Nhtsa, bensì la prova "estrema" di una rivista tedesca, Auto Bild (www.autobild.de), un po' come successe in Svezia nel '97 col colossale pasticcio della prova dell'alce in cui la prima Mercedes Classe A si ribaltava. Ma adesso di va di mezzo un'auto italiana, la promettente Alfa Giulietta. E il difetto è di quelli che oggi fanno venire i brividi: l'acceleratore si può bloccare a fondo corsa, come sulle chiacchieratissime Toyota. Senza contare la sua pericolosità intrinseca. Ce n'era abbastanza affinché la Fiat prendesse la situazione di petto, alla Marchionne. Senza i ritardi e i silenzi che a Toyota stanno costando in Usa una maximulta e in Europa i costi di una martellante campagna pubblicitaria salva-immagine (vedremo a fine anno anche quante vendite ci ha rimesso la casa giapponese).
E così ecco una dichiarazione decisa e tranquillizzante affidata a Quattroruote (http://mobile.quattroruote.it/quattroruote.msite.ver2/offnet/news_dettaglio.html?news_id=254604&continua=true): il difetto era già noto, il rimedio è stato già trovato e non c'è bisogno di fare un richiamo perché nessuna Giulietta è ancora stata consegnata (anzi, a questo punto non si può escludere qualche ritardo di consegna sugli esemplari già arrivati ai concessionari, perché – come documenta www.sicurauto.it – questi ultimi non sono stati ancora informati su come risanarli né tantomeno hanno ricevuto il pezzo modificato che consente il risanamento). Potrebbe già bastare (anche se nessuno ha fermato subito le Giulietta date in prova dai concessionari e in questi test drive i potenziali clienti certo che l'acceleratore lo schiacciano a fondo almeno una volta), ma a Torino sono andati ben oltre: hanno deciso di controllare tutti i pedali acceleratore dei loro modelli, nessuno escluso. E garantiscono che modificheranno quelli dei modelli che si riveleranno potenzialmente difettosi.
Coda di paglia? Eccesso di prudenza nato dall'aver visto le attuali difficoltà Toyota? Per ora, nessuno di noi può dirlo. Ma c'è pure una terza possibilità: la consapevolezza di avere nella propria gamma lotti di vetture che montano acceleratori fatti con componenti della Cts, il fornitore che ha già prodotto i pezzi difettosi sia per le Toyota sia per le 35mila Chrysler (Dodge Caliber e Jeep Compass) richiamate la scorsa settimana. Un'ipotesi tutta da verificare. Spero di saperne qualcosa nei prossimi giorni.