Stamattina c'era l'assemblea annuale dell'Isvap e quindi era previsto che andassero in scena le solite schermaglie: la relazione del presidente dell'autorità di vigilanza sul settore assicurativo che sgrana il rosario dei rincari delle polizze, le compagnie che rispondono che non è colpa loro. Ma in realtà si è andati un po' oltre: la relazione ha messo in evidenza che paghiamo di più anche rispetto ad altri Paesi evoluti (http://paoblog.wordpress.com/2010/06/08/premi-rc-auto-litalia-doppia-leuropa/) , dove circolano veicoli più moderni e sofisticati e dove la manodopera è ben pagata. Insomma, il nostro sistema riesce a dilapidare il vantaggio competitivo legato a tipo di veicoli e organizzazione delle officine, che consentirebbero di contenere i costi delle riparazioni.
I motivi li spiega punto per punto l'analisi prontamente diramata dall'Ania in risposta all'Isvap (Scarica Ania attacca comunicatostampa (2) ).Tutto vero e ampiamente condivisibile. Soprattutto dove – finalmente – si dice chiaro che la Rc auto è ormai diventata un ammortizzatore sociale (bisognerebbe però specificare che non lo è solo per i truffatori o i disoccupati, ma anche per i tanti avvocati che abbiamo in Italia, spesso interessati ad alimentare il contenzioso anche quando non ce n'è bisogno). Ma, tra i punti citati dall'associazione delle compagnie, su uno vorrei soffermarmi: le frodi. Gli assicuratori giustamente si lamentano per le pastoie giuridiche che hanno rallentato la messa in piedi di una seria banca dati antifrode, ma se sentite i poliziotti che hanno lavorato in modo più serio contro questo flagello vi racconteranno che sono rare le occasioni in cui hanno ricevuto denunce circostanziate e totale collaborazione da parte delle compagnie. E senza queste è difficile condurre un'indagine seria. Senza contare che da anni le compagnie si stanno ritirando dal Sud, soprattutto con le strutture liquidative, che sono il primo avamposto contro le frodi. Tanto che l'Isvap ha stigmatizzato più volte questa tendenza e da qualche mese ha in corso un'indagine (se non ricordo male, i risultati si sapranno a breve).
Un altro punto su cui le compagnie devono migliorare è la vigilanza sui carrozzieri. Negli ultimi anni hanno creato catene convenzionate per abbassare i costi delle riparazioni, ma offrendo agli operatori compensi molto bassi. Mi potrebbe anche stare bene, ma a patto che poi si verifichi che le riparazioni vengano effettuate bene. Cosa che di solito non si fa. Così il carrozziere "strozzato" dalla compagnia può rifarsi facendo lavori approssimativi. Tanto poi potrà mai accorgersene il cliente medio?