Una Caporetto per i vigili urbani: l'anno scorso a Genova il 95% dei ricorsi presentati dai multati è stato accolto. Un dato che il difensore civico cittadino ha spiegato sull'edizione locale de "La Repubblica" con i controlli automatici, che non consentono il confronto diretto tra vigile e trasgressore, rinviando le spiegazioni all'udienza dal giudice di pace. Onestamente, pur rendendomi conto che gli esempi di uso discutibile degli apparecchi automatici sono tanti, non credo sia sempre così. Anche perché noi italiani siamo di solito troppo inclini al ricorso (tanto che da quest'anno è scattata una tassa, con funzione deterrente), quindi dubito che al giudice si sia rivolto solo che aveva certamente ragione.
In ogni caso, il problema dell'"umanizzazione" dei controlli automatici si pone. E qualcuno è pure riuscito a risolverlo: un paio di mesi fa mi hanno fatto vedere il nuovo sistema di controllo accessi installato per difendere dal traffico lo splendido (e unico) centro storico di Cittadella (Padova). Un sistema progettato per non fare nemmeno una multa: costringe a fermarsi al varco d'accesso, in modo da rendersi conto se il transito è consentito o no. Chi si accorgesse di non poter proseguire ha subito a disposizione un parcheggio, ricavato sotto le mura storiche e ben segnalato: basta attreversare un cancello posto a sinistra del varco.
Perché non si fa sempre così? Purtroppo spesso non si può: il fatto che tutti debbano fermarsi un attimo crea code infinite nelle tante città dove il traffico è più sostenuto (immaginatevi un sistema analogo a presidiare il centro storico di Roma). Però in alcune località minori si potrebbe. Perché non si fa?
P.S.: un grazie a Francesco Matera per la segnalazione su Genova.