Mentre tutto il mondo del giornalismo ritrova l'unità (di solito ci becchiamo come i capponi di Renzo o i tonni man mano che i pescatori alzano la rete che li imprigiona, perché i soldi per fare decentemente il nostro mestiere sono sempre meno) di fronte alla sacrosanta protesta contro la legge-bavaglio, non c'è spazio per pubblicare i dati riassuntivi su alcol e guida in Europa, sintetizzati dalla Fondazione Caracciolo (Aci) in uno studio presentato ieri al Forum internazionale delle polizie locali (eccoli nel comunicato Aci Scarica ACI – Alcol causa in Europa quasi la metà degli incidenti stradali). Sono interessanti, ma vanno spiegati. Altrimenti ci si capisce poco.
A partire dal titolo: come mai si dice che l'alcol causa quasi metà degli incidenti quando poi produttori di bevande e gestori di locali tirano fuori statistiche ufficiali (Istat) che parlano di un 3% appena? Il fatto è che non si possono fare rilevazioni accurate sul totale degli incidenti (quello su cui opera l'Istat, che per questo ha dati sottostimati) e quindi si va a campione: si prende una realtà locale dove operano medici volenterosi e si fa un'analisi approfondita su quella. D'altra parte si fa così un po' ovunque e anche in modo disomogeneo, come sottolinea la stessa Fondazione Caracciolo.
Interessante è poi la storia dei controlli, passati dai miseri 250mila del 2006 agli 1,4 milioni del 2008. Un'impennata, ma che tocca pur sempre solo il 4% delle patenti attive. Nonostante questa insufficienza, c'è chi dice che l'aumento dei controlli e il conseguente effetto mediatico ha fatto breccia sulla gente, diminuendo di molto i casi di positività: elaborando le statistiche Aci, esce un tasso inferiore al 3%, mentre all'inizio si andava oltre il 10%. Francamente non so se questi dati siano tutti corretti (non si citano i Carabinieri, che fanno moltissimo, tanto che prima i loro etilometri venivano revisionati con priorità assoluta rispetto a quelli delle altre forze dell'ordine) e comunque va considerato che i controlli, per le solite ragioni di risorse che mancano, si concentrano nelle serate/nottate dei weekend, quando è vero che ci sono i maggiori rischi (Scarica FONDAZIONE ANIA INCIDENTI STRADALI E ABUSO DALCOL IN AUMENTO TRA I GIOVANI. PERICOLO DERIVA SOCIALE PER LE NUOVE GENERAZIONI) ma più o meno tutti hanno imparato che la pattuglia c'è e dove si può appostare. Sarebbe interessante scoprire che cosa accade in altri luoghi, giorni e orari.
Da notare la sproporzione tra le infrazioni rilevate dalla Stradale (26.912 nel 2008) e dalla Municipali (5.625): certo, i controlli antialcol costano e spesso si fanno di notte, quando solo in pochi centri è possibile vedere in giro i vigili (non ci sono abbastanza uomini o i soldi per pagare le indennità notturne). Ma a voler essere maliziosi si può notare che le ammende per guida in stato di ebbrezza sono penali e quindi vanno direttamente nelle casse dello Stato: ai Comuni non va un centesimo, contrariamente ai soldi di autovelox, rilevatori ai semafori eccetera.
A proposito di sproporzioni, 1,4 milioni di controlli appaiono ridicoli rispetto ad altri Paesi avanzati. Ma attenzione: pare che in Francia contino non i conducenti effettivamente controllati, bensì il numero di boccagli utilizzati, che possono essere più di uno per ogni test…