Non mollano. L’altro ieri, nonostante le nobili intenzioni proclamate (e riportate dai giornali di ieri), i senatori della commissione Lavori pubblici non hanno affatto abolito lo sciagurato emendamento che assicura la sostanziale impunità a chi guida auto blu (via le sanzioni sulla patente, resterebbe solo il fastidio di pagare la multa, ma per quello il politico non si fa certo problemi): il resoconto ufficiale della seduta di martedì 4 maggio alle 17,30 riporta che – bontà loro – si sono limitati a eliminare la parte più assurdamente scandalosa della norma proposta, quella in cui veniva stabilito che i punti non andavano tolti nemmeno alla nuova patente di servizio.
Era la parte più scandalosa perché per le altre categorie privilegiate – forze dell’ordine e autotrasportatori – in favore delle quali era stata creata negli anni scorsi una patente di servizio questa nuova licenza era decurtabile e, anzi, appariva essere stata istituita proprio per scaricarvi i tagli di punteggio accumulati sul lavoro, senza così intaccare la dote privata. Dunque, chi guida auto blu avrebbe approfittato di questa nuova patente solo per restare immune dalla sospensione.
Ora, a quanto riportano le agenzie di stampa, l’emendamento sarebbe stato fatto saltare del tutto nella seduta delle 12,30 di ieri. Ma, fino a quando non ne sarà stato pubblicato il resoconto ufficiale (cosa che dovrebbe avvenire in giornata, andate di tanto in tanto a controllare su www.senato.it), non ne avremo la certezza e il sospetto resterà lecito, di fronte alle resistenze venute a galla nel resoconto dell’altro ieri. E di fronte a difese improbabili come quella abbozzata dal sottosegretario Carlo Giovanardi lunedì a Radio24: ha detto che serviva agli autisti di chi è sotto scorta, come se tutti i presidenti di Provincia fossero minacciati da mafia e terroristi e come se il Codice non prevedesse già l'impunità per chi guida a sirene spiegate (come appunto fanno sempre le scorte, talvolta pure abusando ma non è questa la sede per fare distinguo).
Ma perché tanta pervicacia nel portare avanti un provvedimento così scandaloso (non solo perché riguarda le auto blu, ma anche perché rispetto alle altre categorie privilegiate già riconosciute non pretende nemmeno la contropartita di dimostrare capacità di guida superiori – anche solo in teoria – a quelle di tutti noi comuni mortali)? Davvero ai nostri senatori sta così tanto a cuore la tutela dei diritti dei lavoratori-autisti?
Se così fosse, avrebbero potuto fare tutto alla luce del sole, cioè non infilando quell’emendamento nel testo solo alla chetichella e all’ultimo momento. E, a proposito di tutela, dovrebbero pensare anche a quella della loro incolumità, perlomeno obbligando gli autisti a frequentare fior di corsi di guida sicura (ricordo che un ministro oggi in carica, Raffaele Fitto, nell’agosto 1988 perse il padre, presidente della Regione Puglia, in un incidente avvenuto proprio con l’auto blu e si trovò catapultato in politica a soli 19 anni per raccoglierne l’eredità).
Dunque, c’è dell’altro dietro quell’emendamento. Penso innanzitutto al Tutor: in autostrada, come vi ho raccontato qualche mese fa, è diventato addirittura possibile superare un’auto blu, visto che qualche autista rispetta persino i 130 di tachimetro, senza esplorare i margini concessi dalla tolleranza legale del 5% e dall’imprecisione dello strumento di bordo. Davvero troppo per potenti abituati ai 200.
E poi, scusate la malizia, credo sia illuminante una frase dell’intervista di “Repubblica” di ieri all’autista tunisino di Balducci, che ha inguaiato Scajola e – pare – Lunardi: “Sapevo tutto di lui, passavo le mie giornate al suo fianco”. Dunque, gli autisti hanno anche una sorta di “potere di ricatto”, perché sanno. E sanno perché servono ai potenti anche per spicciare faccende. Lecite o illecite, confessabili o inconfessabili. Pensate a chi viene mandato a consegnare denaro, a prelevare prostitute. O anche a chi semplicemente aspetta il proprio datore di lavoro sotto l’appartamento di una trans per riportarlo al lavoro. Sono episodi emersi dalle cronache giudiziarie degli ultimi sei mesi, non mere fantasie. Alla luce di questo, personalmente mi spiego molto della resistenza ad eliminare l’emendamento pro-autisti.
P.S.: ora ho finito di spulciare la documentazione completa e mi pare proprio che dell'emendamento non ci sia più traccia. Meno male. Ma attenzione: dato che a lorsignori interessa molto, potrebbero farlo rispuntare all'improvviso in una delle tante norme che passano per il Parlamento!