"Se vieni con Dino gli do pure quella cosa perché mi hanno fatto un'altra multa, hai capito?". Così – secondo quanto si legge nel brano di intercettazione riportato su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di oggi – parlò il professor Pasqualino Ciappetta a Claudio Tarantini, fratello dell'arcinoto Gianpi. Dunque il professore, primario neurochirurgo arrestato ieri a Bari per i soliti maneggi nella sanità in seguito alle accuse dello spregiudicato imprenditore, prendeva un sacco di multe. Agli atti dell'inchiesta pare ce ne siano 15. E pare facesse presentare sempre ricorso ai Tarantini, tramite un'associazione di difesa dei consumatori.
Un perseguitato da agenti ottusi o con la vista difettosa? Una vittima di apparecchi mal tarati? No. Da quanto pare di capire, il professore non obiettava sull'infondatezza delle sanzioni, tanto che spiega che quella multa si riferiva a "quando c'avevo quella macchina che stavo meno attento". Nonostante in effetti Ciappetta abbia preso multe dai Comuni del Beneventano che beneficiano del traffico della superstrada Telesina, usata da molti pugliesi come scorciatoia per andare a Roma saltando un pezzo di autostrada (e di Tutor): so per certo che questi Comuni a volte non stanno attenti alle date e (solo per errore?) mandano al malcapitati anche verbali ormai caduti in prescrizione.
Insomma, il professore appare semplicemente un italiano medio come ne ho visti tanti nella mia attività, che spesso diventa un "confessionale" delle infrazioni di amici, conoscenti e lettori. Dunque, una persona che fa ricorso "a prescindere", secondo il meccanismo che vi ho illustrato tante volte (l'ultima pochi giorni fa http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/04/la-fabbrica-dei-ricorsi.html).
Si potrà obiettare che le intercettazioni sono state interpretate male o che le accuse partono dai fratelli Tarantini, che hanno un grande interesse a inguaiare gli altri per salvare se stessi dai macigni giudiziari che li stanno schiacciando. Ma, anche se così fosse, è sintomatica quella dichiarazione dei Tarantini sulle 15 multe. Perché, in un Paese come l'Italia, appare quantomeno verosimile.