A che cosa servono le auto ibride fuori città? Se lo sono chiesto i colleghi di "Qui Touring", il mensile del Touring Club Italiano dopo aver letto varie prove di riviste specializzate, italiane ed estere, in cui le stesse auto davano risultati molto differenti l'una dall'altra (http://www.touringclub.it/quitouring/articolo/835/Quanto-consumano-). Così si sono fatti dare una Prius dalla Toyota e hanno fatto un classico Milano-Roma. E hanno fatto circa 20 chilometri con un litro di benzina. Un risultato degno delle migliori diesel.
A prima vista, quindi, i colleghi hanno zittito i teorici, che da sempre vedono male le ibride in autostrada, in quanto a velocità non basse è quasi sempre il motore a benzina a lavorare e quello elettrico costituisce solo una zavorra inutile. Ma i risultati migliori (21 km/litro) sono arrivati nel tratto appenninico, proprio quello dove pure la teoria vuole che accelerazioni e frenate chiamino in causa il motore elettrico. Resta dunque da spiegare "solo" la percorrenza media generale, ben più elevata di quella denunciata dalle riviste specializzate.
Azzardo una spiegazione: di solito i cicli di prova seguiti dalle riviste specializzate non prevedono uno stile di guida particolarmente attento ai consumi, come invece sembra essere stato quello dei colleghi dei Touring. Altre circostanze come la temperatura ambiente, il tipo di gomme e le messa a punto della vettura possono aver contribuito.
Sta di fatto che, grazie a questo exploit, la Prius si è rivelata come il mezzo più efficiente per portare quattro persone da Milano a Roma, con il consumo pro-capite più basso rispetto sia alle altre auto sia all'aereo (nonostante fosse stato tenuto in considerazione un nuovo Airbus A320 versione "eco" di quelli dell'Alitalia) e addirittura al treno (i dettagli potete vederli su "Qui Touring" di aprile). Consumo più basso vuol dire vincere anche la sfida dei costi e delle emissioni di CO2.
Certo, sui numeri di questa sfida pesa il modo di rilevare consumi ed emissioni, che non è omogeneo tra i vari mezzi di trasporto e – anche a parità di metodo di rilevazione – nella pratica è influenzato da tutta una serie di fattori molto variabili. Ma un'idea di fondo è possibile farsela. Ed emerge una certezza: per l'auto l'epoca romantica delle sfide da casello a casello per rivaleggiare con l'aereo è finita. Fra traffico, lavori in corso e controlli di velocità, non c'è più partita.
I costruttori di auto lo sanno benissimo, ma non lo dicono in giro per non predere clienti. Comunque ne tengono ben conto in fase di progetto: da un paio di decenni ci offrono vetture sempre più comode, in modo che anche il più infernale dei viaggi non ci stanchi troppo. Anche su un'auto dichiaratamente sportiva. Ma questa è già un'altra storia.