Sul Sole-24 Ore di oggi potete leggere della sentenza depositata ieri dalla Cassazione, in cui si dà torto a un signore trovato ubriaco in modo grave che pretendeva di salvarsi dalla confisca sol perché guidava un veicolo in leasing. La Cassazione ha confermato l'indirizzo rigorista di cui vi avevo già dato notizia a dicembre in questa sezione del blog. Ed è andata oltre: visto che l'avvocato del signore puntava anche sul fatto che nel frattempo il contratto di leasing era stato risolto, i giudici hanno risposto che proprio per questo il trasgressore non aveva più alcun interesse a far revocare il sequestro. Ci pensi la società di leasing, dicono i giudici.
Leggo in quest'ultimo passaggio un'opportuna malizia da parte della Cassazione. In realtà, quella dell'avvocato appare come un'argomentazione probabilmente di comodo: risolvere il contratto per dimostrare che il trasgressore non guiderebbe più quel veicolo (e quindi con esso non creerebbe più pericolo, facendo venire meno le esigenze cautelari) non esclude che il contratto possa essere riattivato dopo un'eventuale sentenza favorevole.