Probabilmente hanno capito che è ora di rifarsi una verginità dopo le tante polemiche sulle multe facili. E così la settimana scorsa Comuni e Province hanno firmato attraverso le rispettive associazioni (Anci e Upi) il protocollo che istituisce l’Osservatorio nazionale delle autonomie locali sulla sicurezza stradale. Lo scopo più pubblicizzato è mettere a sistema le buone pratiche già sperimentate a livello locale, che sono proprio pochine in rapporto alle cattive. Ma gli addetti ai lavori sanno che il piatto forte del protocollo è ben altro: riuscire finalmente a contare in modo completo incidenti, morti e feriti, visto che ancora nel Duemila si va col pallottoliere e non di rado nemmeno con quello (le eccezioni sono ancora poche e una di esse è l'"insospettabile" Campania). Tanto che, a voler essere seri, non si riesce a sapere con esattezza quanto siamo ancora lontani dall’obiettivo di dimezzamento della mortalità imposto dalla Ue.
Dunque, ben venga il protocollo. A patto che…
A patto che chi lo ha firmato tenga poi comportamenti coerenti e credibili. Prendiamo il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che lo ha sottoscritto in prima persona perché è lui il presidente dell’Anci. Chiamparino passa da sempre come uno dei più rispettabili leader del Pd. Apparentemente a pieno titolo, perché almeno lui scandali divenuti pubblici non ne ha avuti in casa. Ma a chi si occupa di sicurezza stradale dovrebbe spiegare perché ha messo un Tutor su corso Moncalieri, una strada che palesemente non ha le caratteristiche imposte dalla legge per poter installare rilevatori automatici di velocità. Non solo: deve spiegare perché ha scelto proprio il costosissimo Tutor (nato per rilevare soprattutto la velocità media) per ridursi di fatto – come è evidente dal sito del Comune di Torino – a misurare la velocità istantanea come un autovelox qualsiasi, che costa molto meno.