Il 29 gennaio, in questa stessa sezione del blog (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/01/il-semaforo-era-rosso-ma-lavvocato-non-lo-sapeva-cos%C3%AC-la-giustizia-diventa-una-slot-machine.html), vi ho dato conto di una sentenza del giudice di pace di Modena che bocciava su tutta la linea le tesi di un automobilista passato col rosso, secondo cui gli era stato impossibile fermarsi in tempo. A livello di principio, ero d'accordo e continuo ad esserlo: il giudice ha affermato che i semafori si trovano pur sempre sugli incroci, dove è obbligatorio usare la massima prudenza e quindi pure rallentare rispetto ai limiti di velocità. Poi, però, sono riuscito a procurarmi le foto dell'infrazione e qualche dubbio mi è venuto.
Infatti, dai fotogrammi appare chiaramente che l'automobilista è arrivato sulla striscia di arresto quasi quattro decimi di secondo dopo lo scattare del rosso. Apparentemente, l'accertamento è regolare: contrariamente ad altri apparecchi, il Vista Red utilizzato nell'occasione può iniziare a multare anche un millesimo dopo lo scatto del rosso, perché fornisce un filmato del passaggio (non le solite due foto) e consente di determinare da quanto tempo è iniziata la fase di rosso, ragione per cui il decreto di omologazione non impone alcuna tolleranza. Inoltre, dalla sequenza si vede che il semaforo era piazzato ben dopo la striscia di arresto e quindi il trasgressore non può dire di non aver saputo esattamente di che colore era al momento del suo passaggio (a volte capita che – forse per errori di progetto o criticità varie dell'incrocio – la posizione della lanterna coincida con la striscia d'arresto, per cui quando si oltrepassa l'una si supera contemporaneamente anche l'altra e non si riesce più a vedere la luce, nemmeno con la coda dell'occhio). L'avvocato del trasgressore, dunque, pare non aver voluto o potuto fornire elementi di difesa più seri
Però mi risulta che il costruttore del Vista Red abbia presentato l'apparecchio all'omologazione ministeriale specificando che – tra le regolazioni di base non modificabili dagli utilizzatori – c'era un red delay (ritardo tra scatto del rosso e attivazione dell'apparecchio, in sostanza una tolleranza) di 5 decimi di secondo. Un dettaglio che il ministero non ha ritenuto di recepire nel decreto con cui ha poi omologato il Vista Red, per cui è difficile farlo valere davanti al giudice di pace. Restano comunque tre antipatici dubbi: chi ha modificato quel Vista Red togliendo la tolleranza? perché (ragioni di cassa)? e la modifica vale per tutti gli apparecchi montati (visto che il ministero non ha inserito nel decreto prescrizioni al riguardo) o solo per pochissimi che in realtà sono stati manipolati da chi li usa?
Secondo un chiarimento che ha fornito il ministero su un analogo contenzioso in atto a Fossombrone (Pesaro-Urbino), il ritardo di scatto può essere modificato: se nella presentazione dell'apparecchio era stato definito come non modificabile, sarebbe stato solo perché non poteva esserlo se non con l'intervento del costruttore. Una spiegazione non del tutto chiara. Soprattutto se si pensa che alcuni decreti di omologazione sono precisi e altri no. Lo avevo riscontrato anche in materia di misuratori di velocità. A questo punto, data la quantità di ricorsi, indagini giudiziarie e interessi in ballo, sarà il caso di darsi regole più rigide sui criteri di redazione dei decreti.