Inasprire le sanzioni spesso serve a poco. E talvolta diventa inutile persino applicarle: quando ci sono di mezzo alcol e droga, non è raro imbattersi in gente che non ha nulla da perdere e si mette a guidare anche se ha subìto la revoca definitiva della patente (ogni tanto si parla di braccieletto elettronico per altre cose, ma forse andrebbe valutato pure in questi casi, non potendo mettere uno in carcere a vita solo per impedirgli di guidare)). Lo hanno dimostrato altri casi che vi ho riferito in questa sezione e oggi arriva la conferma da Roma. Una storiaccia, davvero.
Come riferisce "Il Messaggero", un 24enne con precedenti per droga e spaccio ha travolto con la sua Smart l'auto guidata da un'ignara signora. Il pregiudicato, tanto per gradire, aveva la patente revocata e non era allacciato. La conclusione dell'incidente, dato il tipo di auto (quando sono piccolissime, le cinture diventano ancor più vitali per assorbire le conseguenze degli urti) era scontata: morte del 24enne.
Molto meno scontata nella capitale di un Paese del G8 è stata la reazione del quartiere (periferia Sud): assalti ai vigili urbani impegnati a rilevare l'incidente e alla povera signora. Come nelle grandi città del Sud, ma in circostanze ben più movimentate come l'arresto dei boss nei loro quartieri-regno. La sicurezza stradale non dovrebbe mai scadere nell'ordine pubblico. E invece…