Multe “assurde”/1 – La mamma multata a Rovigo, i vigili “inflessibili”, i carabinieri “bugiardi” e i giornali che esagerano

Prima di scrivere, accertarsi che il cervello sia in funzione. Purtroppo devo dire questo ai miei colleghi cronisti che nelle ultime ore stanno facendo discutere l'Italia per il caso della mamma multata mentre andava al capezzale della figlia morente (http://www.corriere.it/cronache/10_gennaio_18/La-mamma-multata-per-la-figlia-morente-Francesco-Alberti_713b3210-03ff-11df-9eeb-00144f02aabe.shtml
 e http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=88019 , vi segnalo anche un commento di Paoblog). Mi ha ricordato la notizia uscita 15 anni fa su un corteo funebre multato sull'Aurelia a sud di Grosseto: scoprii che erano vetture isolate, tra cui un carro funebre, che andavano a 140 in corrispondenza dei pericolosi incroci a raso di quel tratto (limite 70, non a caso).

Restando al caso di oggi e al dato puramente tecnico, non è possibile che la signora sia stata multata per soli 2 km/h di eccesso: i valori riportati sui verbali sono sempre depurati del 5% di tolleranza legale (ignoranza dei colleghi o loro voglia di montare la panna?). Giuridicamente, poi, non sta ai vigili annullare multe per questi motivi: sarebbe omissione di atti di ufficio, perché toccherà a prefetto o giudice di pace (preferibilmente a quest'ultimo, dato che si tratta di fare apprezzamenti discrezionali) valutare se sussista in un caso del genere lo stato di necessità, che secondo la legge 689/81 (articolo 4, che poi si rifà al Codice penale) è necessario (scusate il bisticcio) per arrivare ad annullare una sanzione altrimenti ineccepibile. In altri termini, sta a chi è titolato a trattare i ricorsi stabilire se la mamma potesse legittimamente ritenere di essere di aiuto alla figlia in ospedale: quando c'è una foto di autovelox che appare scattata correttamente (cioè appare un solo veicolo, alla distanza giusta e con la targa ben visibile), i vigili devono solo prendere atto che l'infrazione è accertata e procedere. Qualche margine in più ci sarebbe se il vigile fosse sempre presente su strada, ma questa è un'utopia.

Di fronte alla foto di un autovelox e a una signora che chiede pietà – se è vero quanto scrivono i colleghi – al massimo i vigili avrebbero dovuto suggerire alla signora di fare ricorso, facendo capire che loro non avrebbero certo infierito nel corso del giudizio.

Ma non dimentichiamoci che la povera figlia della signora è morta di incidente stradale. Quindi un'altra considerazione s'impone, sopra di tutte.

Che andasse a 97 o a 87 all'ora (e comunque se frequentate una scuola di guida sicura vi fanno fare esercizi in cui scoprite che soprattutto in città o in spazi ristretti 5 km/h possono fare la differenza), quella signora era sconvolta. Probabilmente non era comunque in condizione di guidare. Occorrerebbe quindi vedere se il carabiniere che le ha telefonato la notizia tacendo del decesso già avvenuto, facendo sì che la signora si precipitasse in ospedale come farebbe chiunque per assistere un proprio caro in gravi condizioni, ha valutato bene la situazione. Perché è chiaro che potenzialmente per colpa sua in quello stesso momento un altro incidente poteva funestare ancota la stessa famiglia (e questa sì che sarebbe stata una notizia da mettere sui giornali!) e qualche altra.

Sarebbe quindi stato opportuno che fosse una pattuglia ad accompagnare la povera signora o che – in mancanza (le pattuglie purtroppo non sono sempre disponibili come taxi, salvo chiamarsi Moggi) – il carabiniere la invitasse a farsi accompagnare da una persona meno direttamente coinvolta dall'evento.

Più in generale, sto ricevendo altre segnalazioni (l'altro giorno anche da Francesco Matera) di articoli che montano la panna su multe per violazioni di un chilometro orario, con annesse proteste della cittadinanza. Si tace sistematicamente che c'è una tolleranza legale, che, unita allo scarto del tachimetro sempre in eccesso, rende impossibile prendere una multa per così poco e superfluo stare con lo sguardo incollato al tachimetro. Parlare quindi di gente multata per 1 km/h non mi sembra il modo migliore per spiegare il problema: si crea solo confusione, fomentando ulteriormente la paura tra i guidatori, l'odio tra controllori e controllati. E la disistima nei mezzi d'informazione. Se poi perdiamo copie, andiamo in cassa integrazione (come sta succedendo a centinaia di giornalisti – anche incolpevoli – in questi mesi) e non lamentiamoci.

  • massimiliano |

    dott caprino le devo rifare i complimenti…sempre razionale e serio nelle sue considerazioni che condivido in pieno…

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