Ormai l’imbecillità ha trovato un nuovo sfogo, contagioso come quello dei sassi dai cavalcavia: quasi tutti i giorni si legge di raggi laser usati per accecare piloti di aereo in atterraggio o calciatori impegnati in fasi importanti di una partita. Purtroppo potrebbe succedere anche a noi che guidiamo e con conseguenze peggiori: per sparare i raggi su veicoli in movimento, spesso occorre mettersi a breve distanza, cosa che in qualche caso rischia di causare danni agli occhi. Fortuna che, proprio per la minore distanza, diventa più facile essere beccati e questo dovrebbe dissuadere più di qualcuno. Siccome poi siamo un Paese di furbi e di avvocati, certamente qualcuno avrà pensato di sfruttare la situazione dicendo di essere stato accecato dal telelaser di una pattuglia che misurava la velocità. Vi avviso che è una scusa del tutto infondata.
Infatti, i telelaser non hanno emissioni come i peggiori degli emettitori acquistati e usati illegalmente dagli imbecilli di turno, dovendo effettuare rilevazioni nel raggio di un chilometro al massimo. Quindi, se prendete una multa col telelaser e vi salta in mente di farvela annullare o addirittura di chiedere i danni per presunte lesioni agli occhi, sappiate che non dovrebbe essere cosa facile, anche se l’esperienza dimostra che si può ottenere ragione persino quando si ha torto marcio (lo abbiamo visto nel post del 14 gennaio sul caso del semaforo di Fagnano Olona finito addirittura in Cassazione).
Posso raccontarvi che il problema se lo erano posto già 13 anni fa i tecnici ministeriali che omologarono il primo telelaser. Tanto se lo posero che non concessero subito un’omologazione “piena” (di quelle che durano 20 anni), ma solo una temporanea, che fu poi convertita in definitiva al termine di un periodo di prova dal quale emerse che l’apparecchio era innocuo. Purtroppo ciò non impedì a qualche avvocato di tentare ricorsi in cui si sosteneva che l’omologazione dell’apparecchio non era valida e – se non ricordo male – in qualche caso si è trovato pure un giudice “credulone” (sarebbe meglio definirlo negligente, perché non ha approfondito l’argomento).