Gli effetti della crisi/2 – L’usato insicuro si vede anche da fattura e libretto

Il 3 gennaio vi scrivevo che i noleggiatori sono in balìa della crisi e quindi hanno tagliato i costi, tanto da rendere perlomeno dubbio uno dei punti finora qualificanti della loro offerta di usato: la manutenzione regolare. Ora vi aggiungo che nei giorni scorsi ho potuto vedere un po' di documenti di appetibili (tre anni di vita e buon prezzo) vetture ex-noleggio. Non vi ho trovato nulla di tranquillizzante.

La prima cosa che salta all'occhio è che sul libretto dei tagliando mancano i timbri (a parte quello del primo controllo, quando la politica del noleggiatore prevede o prevedeva di fare presso la rete di assistenza ufficiale gli interventi necessari durante il periodo di garanzia): al massimo, trovate il bigliettino da visita dell'officina convenzionata col noleggiatore presso la quale sono stati fatti i tagliandi. Ma quanti tagliandi sono stati fatti? Dal libretto non si vede più, né si può sperare di ricostruirlo chiedendo alla casa costruttrice. Così un commerciante con pochi scrupoli può manomettere il contachilometri per far apparire più giovane la vettura (anche perché spesso la percorrenza di un'auto proveniente dal noleggio è superiore alla media).

A facilitare il "lavoro" di commercianti del genere c'è il fatto che al chilometraggio reale non si riesca a risalire nemmeno dai documenti contabili: ho visto anche le fatture relative ai vari passaggi dal noleggiatore al "venditore finale", scoprendo che si tende a non mettere più la percorrenza indicata dal contachilometri. Per carità, non è obbligatorio mettere questo dato. Ma certamente è indice di serietà, perché rende possibili i riscontri.