Stasera divaghiamo per un attimo. Mi piacerebbe che leggeste questo articolo su cosa sta diventando il lavoro del giornalista (http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=17333), che appare da qualche settimana sul Barbiere della Sera, sito dove i miei colleghi sfogano piccole e grandi frustrazioni. Riguarda anche voi, perché spiega tanto dell'informazione malata che avete sotto gli occhi. In particolare, affronta un punto cruciale: i prodotti sono sempre più curati esteticamente (si fa l'esempio della dichiarazione del politico che sembra un video-clip, ma le pagine di giornale con belle foto, grafici, tabelle e schede sono lo stesso), ma questa cura è posta a carico degli stessi giornalisti che scrivono l'articolo o di poveri redattori addetti al desk. Risultato: non c'è né tempo né modo per capire bene il fatto o il fenomeno che si sta descrivendo o per controllare se il collaboratore che ha mandato l'articolo da "cucinare" ci abbia davvero capito qualcosa (e spesso non capisce, perché le paghe basse favoriscono la fuga dei più bravi e la dequalificazione di chi resta). Il tutto si acuisce ora che con la crisi stanno rimanendo a casa centinaia di giornalisti.
L'effetto ultimo è chiaramente evocato: viene apprezzato più chi sa montarsi un videoclip da solo e in pochi minuti, anche se non sa nulla dell'oggetto del filmato. E i capiredattori diventano sempre più simili a capistazione o controllori di volo: fanno un lavoro più organizzativo che creativo e di analisi come dovrebbe essere. Quindi, il più delle volte, se vi approcciate ai media desiderando un po' di approfondimento rimanete delusi.
Da questo, però, sarebbe sbagliato trarre quella che sembra la conclusione più naturale, ossia abbandonare i media. Piuttosto, cercate di premiare chi secondo voi approfondisce meglio, magari anche a scapito di estetica e leggerezza grafica. Impone uno sforzo di lettura e di attenzione sgradevole, lo so. Ma, visto che è diventato quasi l'unico modo per informarsi davvero, va fatto: l'alternativa è una parvenza d'informazione. Che forse giova a qualcuno, ma a voi lettori e alla democrazia no di certo.