Nella polemicuzza nostrana di Capodanno sulle stragi del sabato sera, si è giocata la contrapposizione tra chi plaude alla Francia (che ha quasi imposto alle discoteche di tutto il territorio nazionale di stare aperte fino alle 7 del mattino) e il solito sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, che ha annunciato per questo mese un provvedimento esattamente contrario (chiusura obbligatoria alle 4). A naso, mi pare che Giovanardi finga di ignorare (data la sua esperienza sulla materia, non credo lo ignori davvero) che i ragazzi reagiscono ai divieti organizzandosi privatamente e questo fa talvolta fiorire un "mercato" di seconde case usate per feste notturne e di alcol rivenduto fuori dai locali. Ma se Giovanardi ha dati seri sono pronto a ricredermi. Ciò che invece contesto fermamente a Giovanardi è l'affermazione secondo cui (cito da "La Repubblica" del 31 dicembre) "da quando è stato messo un orario limite alla vendita di alcol, i giovani morti nei fine settimana sono diminuiti di oltre il 10% in un anno".
Ora, più volte è stato documentato che il divieto viene eluso, anche se ovviamente come per tutte le trasgressioni non possono esserci statistiche precise. E allora come può spiegarsi il dato vantato da Giovanardi? Il sottosegretario dimentica che nello stesso periodo sono molto aumentati i controlli antialcol su strada. Inoltre, c'è stata la crisi che probabilmente ha fatto diminuire anche le percorrenze dei giovani. Infine, è proseguito il lento ammodernamento del parco auto, che fa sì che si viaggi su modelli che proteggono di puù in caso d'urto.
Quindi, mi pare si debba più correttamente parlare di un mix di questi fattori positivi (compreso il divieto di vendita di alcolici, per carità) e chiedersi come fare a renderli ancora più incisivi.