Oggi sarà di fatto la prima giornata in cui chi vuol fare ricorso al giudice di pace contro una sanzione stradale deve pagare: almeno 38 euro, esattamente come tante multe per infrazioni poco gravi e molto diffuse. Questo vi dice abbastanza sull’intento con cui il Governo ha infilato – piuttosto di soppiatto – il nuovo balzello nella Finanziaria: non solo e non tanto incassare qualche soldo in più, quanto indurre molti a non fare più ricorso al giudice di pace, rinunciando a qualsiasi azione o rivolgendosi al prefetto (che però difficilmente dà ragione al cittadino). Peraltro, l'aver lasciato gratuito il ricorso al prefetto crea una disparità che credo sia difficile giustificare dal punto di vista giuridico, per cui prepariamoci a vedere l'ennesima stroncatura da parte della Consulta, opportunamente chiamata in causa da giudici di pace e avvocati.
In effetti, gli uffici del giudice di pace sono intasati dal contenzioso, ma ciò non è dovuto solo alla mole dei ricorsi: non di rado, anche l’organizzazione non brilla (guardate che succede a Roma nel racconto di un affezionato lettore Scarica Ho chiesto informazioni allo sportello dove si depositano i ricorsi al gdp). E l’eccesso di ricorsi è spesso dovuto ai soliti furbi che hanno torto ma ci provano lo stesso (tra cavilli e caos, la macchina della giustizia si trasforma spesso in una slot machine): i Paesi più civili non hanno di questi problemi e godono di un circolo virtuoso (contenzioso ridotto, quindi più celere e meno necessità di frapporre barriere). Ma mettere una barriera come quella del pagamento preventivo non è giusto in linea di principio: scoraggia i più deboli, rendendoli ancora più indifesi e inasprendo ancor più i rapporti Stato-cittadini onesti.
Si sarebbe potuto stabilire un principio potenzialmente più equo e ugualmente deterrente, come far pagare le spese di giudizio (spesso ben superiori a 38 euro) a chi perde: lo si fa già in altri settori della giustizia. Oppure (ma costerebbe comunque fatica) si sarebbe potuto introdurre un filtro preventivo: un giudice che esamini sommariamente il ricorso e lo bocci subito quando è palesemente pretestuoso o infondato. Ma non si è fatto nulla di tutto questo.